Oggi, davanti alla porta della Città di Dio con gli uomini, la Chiesa, una moltitudine di fratelli haitiani si accalca in cerca del Cristo: hanno bisogno di essere consolati e sorretti dal suo potente aiuto, per rialzarsi e camminare spediti verso la piena rinascita: è un passaggio dell’omelia pronunciata oggi a Roma, nella basilica di Santa Maria Maggiore, dal card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, in occasione della ricorrenza del primo anniversario del terremoto di Haiti. Dopo aver ricordato la tragicità dell’evento, che è costato la vita a oltre 200.000 persone, tra le quali il compianto Arcivescovo Mons. Joseph Serge Miot, numerosi sacerdoti, seminaristi, religiosi e religiose, il cardinale ha affermato, in prospettiva di fede, che il Cristo, crocifisso e risorto, presente ed operante nella sua Chiesa, certamente non li abbandona, non lascia inascoltate le loro domande circa il futuro, non è sordo al grido angosciato di tante famiglie che hanno perso tutto: case, risparmi, lavoro e spesso anche vite umane. La risposta concreta e visibile passa attraverso la solidarietà di tutti i figli della Chiesa, solidarietà che non può limitarsi alla sola emergenza iniziale, ma deve diventare un progetto stabile e concreto. Proprio in questo spirito e con questo metodo stanno lavorando, ad Haiti, tante persone e tante associazioni di volontariato. La Chiesa, esperta in umanità e portatrice del messaggio divino della salvezza, – ha proseguito il card. Bertone – rivolge al caro popolo haitiano anche una parola di conforto per i numerosi defunti: essi sono vivi in Dio e attendono dai congiunti e dai connazionali una testimonianza di coraggio e di speranza. Attendono di vedere rinascere la loro terra, che deve tornare a dotarsi di case e di chiese. Ed è proprio in nome di questi fratelli e sorelle tragicamente periti che deve sorgere un rinnovato impegno di vita, aggrappandosi a ciò che non muore mai e che il tremendo terremoto non ha potuto distruggere: l’amore ha aggiunto -. L’amore rimane anche al di là di questa nostra precaria esistenza terrena, perché l’amore vero è da Dio e, nella sua essenza, è Dio stesso. Il cardinale si è poi rivolto all’Ambasciatore della Repubblica di Haiti presso la Santa Sede, chiedendogli di farsi interprete presso le Autorità ed il Popolo del suo Paese della nostra vicinanza spirituale e del nostro impegno al loro fianco. Grazie all’aiuto della Madonna, i fratelli e le sorelle haitiani possano attraversare questa tragedia compiendo un esodo’ dalla morte alla risurrezione. Riferendosi ancora alla intercessione di Maria sulla popolazione di Haiti, il cardinale ha quindi affermato: Sorretti dalla sua materna intercessione, non potranno temere le immani difficoltà che si ergono a volte anche minacciose davanti a loro. Aiuti Lei l’intera popolazione a conservare salda la fiducia in Dio e nella forza del bene, per portare avanti il quotidiano impegno di ricostruire non solo le strutture materiali, ma anche il tessuto sociale e, prima ancora, le basi della vita personale e comunitaria. Ha quindi concluso rivolgendosi alle autorità e a tutti i presenti, ricordando che anche nella notte più buia, la Parola di Dio accende quella fiamma che può guidare il cammino dell’uomo. Cristo Risorto, la luce del mondo, inonda di fulgore invincibile l’umanità tante volte disorientata di fronte a calamità così pesanti, e di fronte alla precarietà della vita umana. Ed è proprio la fede nella Risurrezione, che noi professiamo da credenti in Cristo, che ci aiuta a continuare a lavorare insieme con speranza, mentre ci avviamo, interiormente consolati, al definitivo approdo della nostra esistenza.Sir