Una manifestazione in piazza Montecitorio a Roma, il 26 gennaio 2011, per chiedere la liberazione di Asia Bibi e l’abolizione o revisione della legge sulla blasfemia in Pakistan. Promotori dell’iniziativa, intitolata L’Italia per Asia Bibi: libertà giustizia, diritti umani, sono: l’Associazione Parlamentari Amici del Pakistan (con oltre 100 parlamentari di tutti gli schieramenti), l’Associazione di Cooperazione Internazionale Italia-Pakistan (Isiamed); l’Associazione Pakistani cristiani in ItaliaAmnesty International Sezione Italiana; la Comunità di Sant’EgidioReligions for PeaceUmanitaria Padana OnlusTV2000, che ha già lanciato la raccolta di firme Salviamo Asia Bibi. Come riferito all’Agenzia Fides, gli organizzatori chiedono libertà, salvezza e giustizia per Asia Bibi; abolizione o revisione della legge sulla blasfemia in Pakistan; rispetto dei diritti umani fondamentali. Si annuncia anche la disponibilità ad accogliere le più ampie adesioni di altri enti e associazioni, da comunicare a: proasiabibi@gmail.com. Asia Bibi, cristiana 45enne e madre di cinque figli, è la prima donna condannata a morte per il reato di blasfemia in Pakistan. Asia passerà il suo secondo Natale nel carcere di Sheikhupura (nella provincia del Punjab), dove si trova da un anno e mezzo.Gli organizzatori sostengono la proposta di revisione della legge sulla blasfemia, già approdata in Parlamento, su iniziativa di Sherry Rehman, parlamentare musulmana del partito di governo e presidente del Jinnah Institute, e auspicano il successo dei lavori della speciale Commissione, voluta dal presidente Zardari, che, sotto la guida del Ministro per le Minoranze Shabhaz Bhatti, elaborerà un progetto globale di revisione della discussa normativa. La manifestazione del 26 gennaio intende far giungere ad Asia Bibi e alla sua famiglia un messaggio di vicinanza e di solidarietà, ribadendo la richiesta di revoca della condanna e l’immediato rilascio della donna; rimarcare il pieno appoggio a tutte le diverse organizzazioni, cristiane e musulmane, che in Pakistan si stanno impegnando per la abolizione o la revisione della legge sulla blasfemia, per la legalità, per la difesa dei diritti umani; ribadire il diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione, sanciti dagli art. 18 e 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, di cui il Pakistan è firmatario; chiedere una moratoria immediata di tutte le esecuzioni capitali nel paese. (Sir)