Toscana

DIRITTI UMANI: A FIRENZE 9 MILA RAGAZZI A MEETING REGIONE TOSCANA; OVAZIONE PER IL NOBEL A LIU XIAOBO

(Fonte: ASCA) – Circa 9 mila ragazzi delle scuole toscane sono riuniti, questa mattina, al «Mandela Forum» di Firenze per la quattordicesima edizione del Meeting dei diritti umani (quest’anno sul tema «La libertà delle idee») organizzato dalla Regione Toscana. I ragazzi rappresentano cento scuole e cinquecento classi diverse, medie e superiori e, in apertura della mattinata, hanno tributato un saluto al premio Nobel cinese Liu Xiaobo. Con presentatori Paola Maugeri e Roberto Vecchioni, sul palco si alternano testimoni che affrontano il tema dei diritti umani: tra gli altri il presidente emerito della Corte costituzionale Giovanni Maria Flick, Maurizio Fioravanti, comandante della missione di pace in Libano, il poeta yemenita Mansur Rajih. “La libertà – ha detto l’assessore alla promozione dei diritti umani Riccardo Nencini ai ragazzi aprendo il meeting – è anticonformismo: stare fuori dalla folla e giudicare con la propria testa. Ricordatevelo”. Libertà, come ricorda il professore e cantante Roberto Vecchioni, che ha la stessa radice indoeuropea di amore, felicità e libertà: in inglese, in tedesco e in italiano: “Le tre cose più belle – dice – che abbiamo”. A suonare la colonna sonora del Meeting i «Canti Erranti», un “gruppo di meticciato culturale” come dice Paola Maugeri, che vede una israeliana al flauto, il coro e le voci dal Burkina Faso, un cubano che vive in Italia e che canta.É stata probabilmente la poetessa kenyana Philo Ikonya a raccogliere i maggiori consensi dai novemila del Palamandela che l’hanno salutata con una grande ‘ola’ dalle tribune del palazzetto. “Abbiamo bisogno dell’energia dei ragazzi per riscrivere in rosso la dichiarazione universale dei diritti umani – ha detto – Troppi sono i diritti umani ancora violati: in Asia, in Africa, ma anche in Europa con i Rom ad esempio. E non si possono mettere in carcere le persone solo perché parlano”. Anche suo padre fu perseguitato dal precedente regime coloniale. Ora vive ad Oslo. Come Mansur Rajih, che dopo 15 anni di carcere in Yemen, per le sue idee, è stato accolto dalla regione di Stavanger in Norvegia, libero grazie ad una grande campagna internazionale. Quando è arrivato pesava appena 36 chili. “Siamo tutti uguali – ha detto -. L’unica differenza tra gli esseri umani è nel messaggio che portiamo”. La Toscana è stata la prima Regione italiana, nel 1999, a proporsi come terra di rifugio per scrittori ed intellettuali vittime di persecuzioni nel mondo. Negli ultimi cinque anni sono stati tre gli artisti e intellettuali ospitati: a Grosseto e a Chiusi. Dal 2000 al 2005 avevano tr ovato rifugio in altri sette: a Grosseto ancora, a Certaldo e a Pontedera. Prossimi ad entrare potrebbero essere Firenze e Siena. Prima dei due scrittori avevano parlato il direttore delle rete Icorn Helge Lunde e Rolf Noras, assessore alla cultura della città di Stavanger, dove ha sede appunto la rete delle città rifugio: 35 in tutto il mondo, per lo più in America e in Europa, e due regioni (la Toscana appunto e il sud della Svezia). “La città di Stavanger in Norvegia – ha racconta Rolf Noras – non ha dato tregua alle autorità dello Yemen che non volevano fare venire via Mansur. Ma poi ce l’abbiamo fatta”. E ai ragazzi del Palamandela ha lanciato un appello: “Non bisogna rinunciare ai propri sogni. E solo se crediamo nei miracoli questi avvengono”.A 62 anni dalla sua approvazione, la Dichiarazione universale dei diritti umani “non è stata realizzata” e nel mondo ci sono ancora troppe ingiustizie e contro questa condizione “bisogna ribellarsi” e sostenere i giovani, che hanno le energie e la voglia per cambiare il mondo. Lo ha detto il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, parlando con i giornalisti a margine del meeting per i diritti umani. “Oggi – ha detto Rossi – ricordiamo la dichiarazione universale dei diritti umani, che al primo articolo, bellissimo, dice che tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Purtroppo, dopo 62 anni, quella Dichiarazione non è stata realizzata perché se lo fosse nel mondo ci sarebbero meno guerre e più giustizia”. Rossi ha anche ricordato i limiti alle libertà, con i casi di Roberto Saviano “che per essersi schierato contro la mafia è costretto a viaggiare sotto scorta” o del premio Nobel cinese Liu Xiaobo che non può andare a ritirare il premio a Oslo. “Quindi – ha ricordato – la Toscana fa bene ad accogliere gli scrittori perseguitati”, ma “la libertà da sola non basta, accanto ci vuole la giustizia e lo dice la stessa Dichiarazione”. Nel mondo, infatti, ha ricordato il governatore toscano, “un miliardo di persone vive in baracche, 25 mila bambini, una città, muoiono ogni giorno perché sono malnutriti o uccisi dalle malattie”. Ma anche più vicino a noi, ha fatto notare, “un operaio che guadagna 25 mila euro all’anno dovrebbe lavorare almeno 400 anni per guadagnare quanto un top manager della finanza”. “Una condizione contro la quale bisogna ribellarsi – ha concluso Rossi – c’é una grande energia e una grande voglia di cambiamento tra i giovani. Nella dichiarazione c’é il programma di cambiamento del secolo nuovo, noi vogliamo stare a fianco di questi giovani perché loro hanno la forza, le energie, l’ambizione di impegnarsi per cambiare il mondo”.