Facciamo in modo che il prossimo anno sia quello in cui si realizzi, finalmente, una pace giusta e durevole in Medio Oriente, fondata sulle Risoluzioni 242, 338, 1397, 1515 e 1850 del Consiglio di Sicurezza, sugli accordi precedenti, sul quadro d’azione di Madrid, sulla Roadmap e sull’Iniziativa di pace araba. Farò tutto quanto in mio potere per sostenere questi sforzi. Così il segretario generale Onu, Ban Ki-moon, nel messaggio per la Giornata internazionale per la solidarietà al popolo palestinese che si celebra oggi. Nell’esprimere apprezzamento per le azioni intraprese nel corso dell’ultimo anno per il miglioramento delle condizioni sul terreno Ban osserva che c’è ancora molto da fare. L’Autorità palestinese deve continuare a sviluppare le istituzioni statali, contrastare gli attacchi terroristici e contenere gli estremismi. Al tempo stesso, è interesse e dovere di Israele ridurre le misure di occupazione, in particolare riguardo alla libertà di movimento, all’accesso e alla sicurezza. Resto molto preoccupato prosegue il segretario Onu – per le condizioni di Gaza. Esprimo apprezzamento per la modifica della politica israeliana e per l’approvazione di un consistente numero di progetti delle Nazioni Unite. Tuttavia, questo non può che rappresentare un primo passo, cui dovrebbe far seguito la piena attuazione della risoluzione 1860 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Per Ban Ki-moon occorre che Israele consenta di estendere ricostruzione civile, libertà di circolazione delle persone e esportazione di merci, e di facilitare la rapida attuazione dei progetti. Inoltre gli attacchi missilistici da Gaza devono finire. Altri passi fondamentali per la piena realizzazione della pace sono: scambi di prigionieri, estensione delle condizioni di relativa quiete e progresso sulla riconciliazione palestinese. C’è un preponderante consenso internazionale sulla necessità di terminare un’occupazione iniziata nel 1967 sottolinea il segretario Onu -, affrontare le fondamentali questioni di sicurezza delle due parti, trovare una soluzione sulla questione dei rifugiati e vedere Gerusalemme emergere dai negoziati come la capitale dei due Stati. Sfido i due leader a mostrare capacità di governo e coraggio politico in vista di una pace epocale. Dal canto suo, conclude, la comunità internazionale deve essere pronta ad assumersi le proprie responsabilità per la pace.Sir