Toscana

LAVORO, DAI SINDACATI 50 MILA FIRME IN DIFESA DEL DIRITTO ALLA FESTA

Cinquantamila firme per chiedere un modello di commercio all’insegna della cultura e non del consumo, per una maggiore contrattazione a difesa dei più deboli, e per una difesa dei valori civili e religiosi in Toscana. Sono quelle che i segretari di Filcams-Cgil Roberto Betti, Fisascat-Cisl Carlo Di Paola e Uiltucs Pietro Baio consegneranno domani mattina, martedì 16 novembre, a mezzogiorno al Governatore della Toscana Enrico Rossi, nella sede della Regione in piazza Duomo n° 10.La raccolta di firme è partita tra cittadini e operatori del commercio, sulla scia delle polemiche nate dalla scelta di Firenze e di altri comuni toscani di concedere l’apertura degli esercizi commerciali il primo maggio scorso. Non contente le associazioni di categoria stanno già chiedendo anche l’apertura il giorno di Santo Stefano, 26 dicembre. E anche in questo caso, com’era stato per il primo maggio, qualcuno dirà che voler festeggiare con la propria famiglia la festa di Santo Stefano, è solo un feticcio ideologico ? Generalizzare senza limiti le aperture domenicali e nei festivi condiziona negativamente la vita familiare di lavoratori e le lavoratrici, senza risolvere i veri problemi del commercio e dell’economia della Toscana. Negli ultimi 3 anni infatti i consumi in Italia sono calati del 7,5%, compresi i beni di prima necessità: i soldi in tasca della gente sono quelli che sono e anche aprendo più giorni, quelli rimangono. Per questo i sindacati di categoria regionali porteranno, domattina, le firme al presidente della Toscana Enrico Rossi per chiedere alla Regione un impegno per un modello più sostenibile e più certezza nella legge regionale sul commercio per quanto riguarda le deroghe per le aperture domenicali e festive.