Anche le numerose forme di violenza cui sono sottoposte le comunità cristiane in Medio Oriente sono crimini da combattere. Lo ha detto il segretario generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, mons. Carlo Maria Viganò, nel suo intervento all’Assemblea Generale dell’Interpol in corso fino all’11 novembre a Doha (Qatar). Parlando ai capi delle polizie di tutto il mondo, il rappresentante della Santa Sede che partecipa all’incontro in qualità di membro e osservatore, ha rilevato che il comportamento criminoso è parte dell’esperienza umana, così come il conflitto tra bene e male fa parte della storia del mondo e, per i cristiani, del piano salvifico di Dio. È incontestabile, ha aggiunto, che ogni Stato ha il dovere fondamentale di proteggere la sua popolazione; tuttavia, pur tenendo fermo questo principio, la promozione dei diritti umani nel suo insieme rimane la strategia più efficace per eliminare le disuguaglianze tra Paesi e gruppi sociali. Secondo l’arcivescovo, le vittime di privazioni e disperazione – delle quali viene impunemente violata la dignità umana divengono facile preda degli appelli alla violenza ed è qui che nascono i rischi di guerre e terrorismo. Di qui il richiamo agli appelli del Papa al rispetto dei diritti umani e l’auspicio di una sempre maggiore cooperazione reciproca per l’eliminazione del male.Sir