(Fonte: ASCA) – Città del Vaticano, 23 ott – – Speriamo che la soluzione dei due Stati diventi realtà e non resti un semplice sogno: è l’auspicio dei vescovi del Medio Oriente riuniti in Vaticano per il Sinodo, che hanno diffuso oggi il loro messaggio finale al termine di due settimane di lavori. Dopo aver chiesto che la comunità internazionale, e in particolare l’Onu, adottino le misure giuridiche necessarie per mettere fine all’Occupazione dei differenti territori arabi secondo il mandato delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, i presuli affermano: Il popolo palestinese potrà così avere una patria indipendente e sovrana e vivervi nella dignità e nella stabilità, mentre lo Stato d’Israele potrà godere della pace e della sicurezza all’interno delle frontiere internazionalmente riconosciute. Il riferimento dei presuli mediorientali è alla risoluzione Onu 242 del 1967, spiegano in Vaticano, che chiede il ritiro militare israeliano dai territori occupati con la Guerra dei Sei Giorni ed il reciproco riconoscimento tra gli stati. I vescovi scrivono di aver analizzato la situazione sociale e la sicurezza nei nostri paesi del Medio Oriente e di avere coscienza dell’impatto del conflitto israelo-palestinese su tutta la regione, soprattutto sul popolo palestinese che soffre le conseguenze dell’occupazione israeliana: la mancanza di libertà di movimento, il muro di separazione e le barriere militari, i prigionieri politici, la demolizione delle case, la perturbazione della vita economica e sociale e le migliaia di rifugiati. Ma il Sinodo sottolinea anche di aver riflettuto sulla sofferenza e l’insicurezza nelle quali vivono gli Israeliani.A proposito di Gerusalemme, i vescovi sono preoccupati delle iniziative unilaterali che rischiano di mutare la demografia e lo statuto della Città Santa, come la costruzione di case nella parte est della città o lo sfratto dei cittadini arabi. è quanto si legge nel messaggio finale distribuito oggi al termine di due settimane di lavori. Abbiamo meditato sulla situazione di Gerusalemme, la Città Santa – scrivono i presuli -. Siamo preoccupati delle iniziative unilaterali che rischiano di mutare la sua demografia e il suo statuto. Di fronte a tutto questo, vediamo che una pace giusta e definitiva è l’unico mezzo di salvezza per tutti, per il bene della regione e dei suoi popoli.