L’agricoltura è cambiata. Raccontaci come. E’ questo il leit motiv del 6° censimento generale dell’agricoltura che è stato presentato stamani a Firenze nel corso di un seminario realizzato da Istat nella sede di palazzo Medici Riccardi. Quella odierna è la seconda tappa del road show di presentazione, promosso dall’Istat (le altre tappe sono Padova, Palermo e Bari) del 6° censimento generale dell’agricoltura che avrà come focus la data di domenica 24 ottobre 2010. In Toscana il censimento sarà realizzato dall’Istat con la partecipazione integrativa della Regione Toscana. Ai Comuni il compito di eseguire le rilevazioni sul campo.Il 6° censimento generale dell’agricoltura, oltre alla consueta modalità di rilevazione in azienda, ha anche una modalità di rilevazione via web, attraverso il collegamento dir etto al sito dedicato dell’Istat. L’altra novità di rilievo che caratterizza questo censimento rispetto alle edizioni precedenti consiste nel fatto che non saranno censite tutte le aziende agricole, ma quelle che rispondono ad una serie di criteri individuati da Istat per l’occasione. In Toscana le aziende interessate sono 97.935.Per facilitare l’informazione la Regione ha predisposto un minisito www.regione.toscana.it/censimentoagricoltura2010 con un banner sul proprio sito istituzionale e stampato 125 mila depliant che saranno distribuiti alle aziende, anche grazie alla collaborazione delle organizzazioni professionali agricole e dei punti informazione degli enti locali sul territorio.La mattinata di stamani, oltre alla presentazione del censimento, è servita per una riflessione sul tema della qualità. Qualità come punto di forza del made in Italy è stato infatti il tema dell’incontro che ha visto la partecipazione del presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, di Roberto Lovato in rappresentanza dell’Ice (istituto per il commercio estero), di Silvio Borrello, direttore generale della sicurezza degli alimenti del Ministero della salute, Federico Vecchioni, presidente nazionale di Confagricoltura, Elia Fiorillo presidente dell’unione nazionale delle organizzazioni dei coltivatori olivicoli. Impossibilitato a partecipare l’assessore regionale all’agricoltura, Gianni Salvadori, impegnato in una riunione a Roma con le altre regioni e con Il Ministero, la Regione Toscana è stata rappresentata dal dirigente responsabile del settore per l’agricoltura Roberto Pagni. Il dibattito è stato coordinato dal giornalista del Sole 24 oreLorenzo Tosi.Parlando di qualità a tutto tondo la Toscana è uscita come uno degli esempi, sia per quanto riguarda l’azione politica svolta sia per qu anto riguarda la promozione. Fra gli esempi è stata indicata, come scelta lungimirante, quella di aver puntato su una IGP dell’olio di oliva legata al nome Toscana, indicata come esempio di marketing che ha funzionato nel mondo, in alternativa alla eccessiva frammentazione di Dop che, secondo alcuni dei relatori (Ice-Unasco), non sono riconoscibili in un paese straniero. Da parte del rappresentante della Regione Toscana sono stati citati, ad esempio, i dati sull’export del vino (500 milioni di euro nel 2008) e dell’olio (390 milioni sempre nel 2008) e il settore delle piante ornamentali, che rappresenta i 2/3 del vivaismo italiano. Un esempio di integrazione che permette di esportare non soltanto piante, ma servizi. Dalla Toscana è stato esemplificato non partono piante, ma imprese che vendono parchi o giardini. E’ stato inoltre sottolineato come la Toscana ha scelto, nel proprio piano di sviluppo rurale, di puntare sugli investimenti e come alla scelta della qualità faccia da cornice anche la scelta della contrarietà agli OGM. Una scelta è stato sottolineato dal dirigente della Regione Toscana che è di coerenza, anche economica. Se qualità, in Toscana e in Italia, significa anche legare i prodotti al proprio territorio, non avrebbe davvero senso ha concluso il dirigente della Toscana che questi prodotti fossero in qualche modo derivati da sostanze geneticamente modificate in qualche laboratorio situato chissà dove. (cs-di Laura Pugliesi)