Toscana

ALLUVIONI PAKISTAN: CARITAS DENUNCIA SPECULAZIONI SU PREZZI E COMUNITÀ ANCORA ISOLATE

La rete Caritas e le agenzie umanitarie segnalano oggi, in una nota ufficiale, gli “effetti preoccupanti” delle alluvioni in Pakistan. “Il disastro – si legge nella nota – ha infatti causato anche una fiammata dei prezzi di tutti i beni di prima necessità. Inoltre, il movimento di migliaia di sfollati sta causando una fortissima pressione logistica e sociale su città e territori che non sono stati direttamente toccati dalle inondazioni”. Caritas Pakistan, con il supporto delle altre Caritas, tra cui anche Caritas italiana, sta proseguendo il suo intenso lavoro di assistenza alle vittime delle alluvioni in cinque diocesi colpite (Multan, Quetta, Faisalabad, Rawalpindi-Islamabad e Hyderabad). Funziona ormai a pieno regime il programma di emergenza, messo a punto per i primi tre mesi, che vede impegnati sul territorio centinaia di operatori e volontari e che raggiungerà almeno 250 mila persone, cristiane e musulmane. Il programma prevede la fornitura di cibo e tende, interventi di prima assistenza sanitaria e medica, la riparazione dei sistemi di approvvigionamento di acqua, la ricostruzione di alcune infrastrutture. Seguirà, nei mesi successivi, un più robusto e articolato piano di interventi di ricostruzione e assistenza di vittime e sfollati, cui parteciperà anche Caritas italiana. Governo e agenzie umanitarie stanno facendo grandi sforzi per far fronte ai bisogni, ma intanto – come confermato da tutti gli operatori umanitari, compresa Caritas Pakistan – moltissime comunità non sono state ancora raggiunte, in particolare nelle regioni del Sindh e del Punjab, e altre sono raggiungibili con difficoltà. Tra coloro che soffrono maggiormente ci sono le madri in fase di allattamento e i bambini al di sotto dei 5 anni di età. Rimangono molto forti anche le necessità di ricoveri provvisori e di attrezzature per l’approvvigionamento di acqua pulita, contro il rischio del diffondersi di epidemie. Intanto il 24 agosto in Pakistan si è celebrata la giornata del raccoglimento e della preghiera. I cristiani del Pakistan vi hanno aderito su invito del presidente della Conferenza episcopale del Paese asiatico, mons. Lawrence Saldanha. Nell’ora del “più grande disastro naturale” della storia del paese, ha dichiarato, “è nostro dovere di cristiani rimanere fianco a fianco con i nostri fratelli musulmani e indù per fronteggiare la calamità comune con coraggio e determinazione”. Ai danni umani (migliaia di morti, milioni di sfollati, 20 milioni di persone colpite) e infrastrutturali (edifici distrutti, vie di comunicazione interrotte) si aggiungono i guasti arrecati all’agricoltura: nel solo Punjab almeno 1,7 milioni di ettari di campi coltivati sono stati danneggiati o distrutti.Sir