La marcia di protesta dei genitori e familiari del soldato israeliano, Gilad Shalit, da quattro anni nelle mani di Hamas, cominciata ieri dalla loro casa di Mitze Hila, in Alta Galilea, è accompagnata, oltre che da migliaia di cittadini, anche dalle preghiere delle Kehilla, le comunità cattoliche di espressione ebraica, che in una nota di ieri, esortano tutti i loro fedeli a pregare per la salute ed il rilascio del soldato. In particolare il parroco della kehilla di Gerusalemme, padre Apolinary Szwed, durante un battesimo celebrato ieri, ha voluto ricordare i genitori di Shalit, Noam e Aviva, e pregare perché la loro speranza di rivedere a casa il figlio venga realizzata: continuiamo a pregare per Gilad Shalit e per la pace e la giustizia nella nostra regione. La marcia intrapresa dai familiari del soldato israeliano durerà 12 giorni e si fermerà a Gerusalemme, sotto la residenza del premier Benyamin Netanyahu. L’obiettivo è quello di fare pressione sul governo perché arrivi ad un accordo con Hamas per la liberazione del figlio. Non torneremo a casa senza nostro figlio hanno affermato Noam e Aviva al momento di partire.Sir