Toscana

TOSCANA, CRESCITA DISAGIO FAMIGLIE MA ANCHE SERVIZI ASSISTENZA

(ASCA) – Aumentano le attività di mediazione familiare, diminuiscono invece i bambini accolti in comunità di accoglienza; si amplia il disagio delle famiglie, sia relazionale che economico, ma allo stesso tempo aumenta anche l’attenzione da parte dei servizi territoriali. Sono questi, in sintesi, alcuni dei dati più significativi emersi dal report prodotto dal Centro regionale di documentazione su infanzia e adolescenza, gestito dall’Istituto degli Innocenti di Firenze e riferito al 31 dicembre 2008. Le famiglie coinvolte in attività di mediazione familiare (sostegno alla coppia in fase di separazione o già separata) sono passate da 556 nel 2006 a 645 nel 2008, +16%. Il dato evidenzia da un lato una maggior difficoltà da parte dei nuclei familiari nella gestione dei conflitti e dall’altro un aumento del numero e dell’attenzione dei servizi presenti sul territorio. Interessante, a conferma del crescente disagio familiare in Toscana, il dato sulla percentuale di famiglie con bambini e ragazzi che non riescono a soddisfare i bisogni primari o che si trovano in stato di bisogno a causa di eventi straordinari: +5%, in media circa 9000 famiglie ogni anno. Ogni anno, circa 550 famiglie con figli minori sono interessate da prestazioni di assistenza domiciliare, ovvero da prestazioni di aiuto per i bisogni quotidiani (accompagnare i figli a scuola, pulire la casa, ecc.). I minori coinvolti in questo caso oscillano tra le 700 e le 800 unità.Nel triennio 2006-2008 il dato relativo ai minori che ogni anno vivono fuori dalla famiglia di origine si è stabilizzato: 2000 l’anno. Di questi 1300 vivono presso famiglie affidatarie e 700 presso strutture residenziali. “Quando parliamo di minori – ha spiegato l’assessore regionale al welfare Salvatore Allocca – tocchiamo un pò tutti gli ambiti della nostra società: famiglia, giovani, immigrazione, servizi territoriali. Viviamo in un sistema complesso che richi ede soluzioni non soltanto settoriali. Di conseguenza, per noi che amministriamo, avere una visione complessiva è fondamentale ed è allo stesso tempo un impegno da sviluppare”.