Toscana

MILITARI MORTI IN AFGHANISTAN, IL CORDOGLIO DI ROSSI: RIPENSARE LA NOSTRA MISSIONE

«Questo è il momento del dolore per i due giovani soldati uccisi, e tuttavia è impossibile non ricordare tutti gli altri morti della nostra missione in Afghanistan. Che sono stati già troppi e ci impongono un profondo ripensamento del senso della nostra missione militare. I soldati non hanno la delega a morire per noi. Quando uno di loro muore a essere sconfitta è la politica che non ha saputo proteggere la sua vita». Così il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha voluto esprimere il suo cordoglio per la morte del sergente Massimiliano Ramadù e del caporalmaggiore Luigi Pascazio, tragedia che ha portato a 24 il numero dei soldati italiani morti in Afghanistan dall’inizio della missione. «La guerra in questo paese – ha aggiunto Rossi – dura ormai da quasi nove anni, senza che si sia stati capaci di realizzare un vero cammino d i riconciliazione e di pace per questo popolo, ostaggio di una violenza apparentemente senza fine. L’Italia può e deve avviare, assieme alla coalizione, una riflessione coraggiosa sulla strategia di uscita. Non si tratta di abbandonare questo paese, ma di abbandonare una guerra cambiando il passo della nostra politica. I nostri soldati ci chiedono questo». (cs-Paolo Ciampi)