In questa circostanza di dolore e di sofferenza, l’Europa deve essere un segno di speranza per quelle persone che nello spazio di un istante hanno perso non solo i sacrifici e le fatiche di una vita, ma anche l’affetto di un parente, di un amico, di un vicino, di un collega di lavoro. Con queste parole il card. Péter Erdő, arcivescovo di Esztergom-Budapest e Presidente del Ccee (Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa), esprime la solidarietà e la vicinanza delle chiese europee alle vittime del terremoto di Haiti. Mentre ogni giorno possiamo constatare, con sgomento e tristezza, attraverso i mezzi di comunicazione di massa, la portata distruttrice, in termini materiali ed umani, del terremoto che ha colpito gran parte del territorio della nazione di Haiti si legge nel messaggio – desidero nuovamente assicurare, anche a nome dei presidenti delle Conferenze Episcopali d’Europa, la mia vicinanza e preghiera alle popolazioni coinvolte in questo tragico evento ed il mio vivo ringraziamento agli Stati e organizzazioni umanitarie, europee e mondiali, per il loro pronto intervento e lavoro a sostegno del popolo haitiano. Il cardinale si dice inoltre afflitto per la morte dell’arcivescovo di Port-au-Prince, mons. Joseph Serge Miot, e dei numerosi sacerdoti, religiosi e religiose, seminaristi, nonché di tantissimi fedeli.Per evitare che questa sciagura naturale si trasformi fra qualche mese con l’arrivo della stagione dei tifoni in una catastrofe umanitaria è necessario quanto prima iniziare la ricostruzione delle realtà colpite, osserva il presidente del Ccee, secondo il quale è necessario dare un tetto, delle infrastrutture ospedaliere, degli asili e quanto necessario perché quelle popolazioni, già provate seriamente, possano al più presto riprendere a vivere con tutta dignità. Per questo motivo, il cardinale incoraggia tutte le Conferenze episcopali membri del Ccee a proseguire i loro sforzi in aiuto a quella popolazione ed esorta quanti in Europa abbiano la possibilità di dare un segno concreto di incoraggiamento e di vicinanza a farlo senza tentennamenti, anche attraverso un contributo economico secondo le modalità predisposte dalle istituzioni ecclesiali e civili preposte a questo servizio.Sir