(Gerusalemme) Non più spargimento di sangue! Non più scontri! Non più terrorismo! Non più guerra! Rompiamo invece il circolo vizioso della violenza. Possa instaurarsi una pace duratura basata sulla giustizia, vi sia vera riconciliazione e risanamento. Il Coordinamento dei vescovi Usa e Ue a sostegno della Terra Santa ripartono dalle ultime parole di Benedetto XVI, il 15 maggio a Tel Aviv, prima del suo rientro in Italia dopo il viaggio in Giordania, Israele e Territori palestinesi. Nella dichiarazione finale, diffusa oggi a Gerusalemme, a chiusura della loro X visita in Terra Santa, i presuli ricordano che la soluzione di due Stati auspicata dal Pontefice non sembra essere vicina. Molti esprimono un desiderio di pace, ma ciò di cui c’è bisogno è un impegno per la giustizia che assicura la pace. Le soluzioni sono ben note al leader, ma c’è bisogno di coraggio e volontà politica. Tra le minacce a questa soluzione che, come ricordava il Papa, prevede il diritto di Israele di esistere e di godere pace e sicurezza entro confini internazionalmente riconosciuti e quello del popolo palestinese a una patria indipendente sovrana, a vivere con dignità e a viaggiare liberamente sono la violenza, le demolizioni delle abitazioni, i problemi legati ai visti, l’espropriazione delle terre ed altre politiche. Il documento rimarca anche la mancanza di contatto umano tra israeliani e palestinesi che mette a repentaglio la fiducia ed il dialogo. I presuli incoraggiano anche la piena applicazione dell’Accordo Fondamentale e facilitazioni nel rilascio dei visti agli operatori pastorali per rendere la Chiesa capace di compiere la sua missione. Una situazione deteriorata non è buona sia per gli israeliani che per i palestinesi, così come per la regione ed il mondo sottolinea il Coordinamento che ribadisce l’impegno a far conoscere ai cattolici sparsi nel mondo ciò che accade qui. Facciamo appello ai fedeli di tutte le nazioni perché preghino per la Chiesa Madre e per una giusta pace, perché siano informati su questa situazione e perché vengano in pellegrinaggio e testimoniare la vibrante fede delle pietre vive della chiesa locale. Vi esortiamo a sostenere quelli che nella loro funzione pubblica assumono iniziative coraggiose per la giusta risoluzione del conflitto. Nell’attuale situazione – concludono i vescovi di Usa e Ue – è difficile sostenere la speranza ma come cristiani siamo tutti nati a Betlemme e tutti siamo morti e risorti e Gerusalemme. Nonostante le ferite di questa terra l’amore e la speranza sono vive. La pace con la giustizia sono a portata di mano ma i leader politici e tutta le persone di buona volontà hanno bisogno di coraggio per raggiungerle.Sir