Un appello alla comunità internazionale perché impegni il governo di Khartoum a trovare una pacifica soluzione per il Darfur riprendendo i colloqui con i capi della ribellione. Ed ai leader religiosi cristiani e musulmani del Sudan perché promuovano la tolleranza, l’armonia, il rispetto reciproco e la pace. A parlare sono i quattordici vescovi del Sudan in una dichiarazione – diffusa oggi a conclusione dell’assemblea plenaria a Torit – sulla situazione del processo di pace. La dichiarazione, intitolata Per una pace giusta e duratura, sottolinea i vari ritardi e le inadempienze negli accordi di pace in vista delle elezioni programmate nei prossimi due anni. Lamentano le lentezze nell’applicazione di alcuni punti dell’accordo di pace – Comprehensive peace agreement (Cpa) -, l’intesa firmata nel 2005 per porre fine a conflitto ventennale tra il governo di Khartoum e gli indipendentisti del Sud. Il fallimento delle elezioni in arrivo sarebbe inaccettabile per i sudanesi e una minaccia per la pace e la stabilità scrivono i vescovi, facendo riferimento alle elezioni generali che si svolgeranno ad aprile. I vescovi sono preoccupati anche per la situazione dei profughi di guerra, a causa delle scarse risorse destinate all’assistenza umanitaria, e dall’aumento degli attacchi contro i civilie dalla violenza etnica perpetrata dai ribelli del gruppo ugandese Esercito di resistenza del signore'(Lra).Sir