Toscana

IRAQ, DISTRUTTA DA UN ATTENTATO LA CHIESA CATTOLICA DI SANT’EFREM A MOSUL

Questa mattina, a Mosul, in un attentato dinamitardo, è stata completamente distrutta la chiesa cattolica caldea di sant’Efrem. A dare la notizia al SIR è il vicario patriarcale di Baghdad, mons. Shlemon Warduni. “L’attentato esplosivo – ha dichiarato mons. Warduni – è avvenuto questa mattina intorno alle ore sette italiane. Fortunatamente non ci sono né morti né feriti, lo stesso parroco non era in canonica poiché era uscito per una visita. Se fosse stato dentro per lui non ci sarebbe stato scampo. Tutto è andato distrutto”. “Questo è un attacco a tutta la Chiesa irachena – afferma il vescovo – e dimostra che nessuno è al sicuro, quello che è accaduto a Mosul oggi può accadere in ogni altro luogo del Paese”. “Hanno voluto colpire un simbolo della presenza cristiana e cattolica irachena e non solo di Mosul. Tornano a salire la paura e la fuga dei cristiani”. Sono le prime parole, rilasciate al SIR, da padre Emil Shimoun Nona, neo eletto arcivescovo di Mosul, commentando l’attentato. “E’ tutto distrutto – aggiunge mons. Nona – fortunatamente non abbiamo notizie di vittime, il parroco si è salvato perché non era in casa. La polizia ha avviato le indagini per scoprire i colpevoli di questo terribile atto. Resta difficile capire come sia potuta accadere una cosa simile, davanti ai luoghi di culto c’è sempre polizia e camionette. Dai primi rilievi pare non si sia trattato di un’autobomba ma di esplosivo piazzato dentro la chiesa. Comunque bisogna attendere per avere certezze”. “Hanno voluto colpire una parrocchia nel centro della città, una zona povera, dove restano ancora delle famiglie cristiane, quelle che non hanno potuto lasciare la città prima a causa sempre delle violenze – spiega il neo arcivescovo – adesso è tornata la paura e ricomincerà la fuga dei cristiani. Hanno distrutto le mura, le pietre della chiesa, adesso dobbiamo riedificare quella delle persone che hanno timore, e stanno perdendo la fiducia e la speranza. Abbiamo bisogno di preghiere, aiuto e sostegno morale e materiale”.“Un attentato che riporta la paura nel cuore della comunità cristiana irachena e che suona come una minaccia affinché lascino il Paese”. Così mons. Philip Najim, procuratore caldeo presso la Santa Sede, commenta al SIR l’attentato. “I cristiani non si sentono protetti né dalle autorità locali né da quelle centrali – afferma Najim – quindi, spinti da violenze come quella di oggi, scelgono di emigrare dall’Iraq. Siamo davanti ad una violenza cieca che colpisce tutta la popolazione, tutto l’Iraq, che ha lo scopo di creare caos e confusione”. Per il procuratore caldeo “colpire una chiesa ha un significato terribile, significa attaccare un luogo di culto dove si va a pregare il Dio unico e onnipotente di tutti. Significa colpire la fede, un bene prezioso della persona umana, la sua religione. Sono azioni contro Dio che alimentano la paura”. “Non so dire se questo attentato sia legato ad un crescente clima di tensioni in vista delle previste elezioni di gennaio penso, tuttavia, che tali azioni vanno a colpire anche le varie etnie e lo Stato stesso”.Sir