«L’agricoltura può chiudere i battenti se non ci saranno interventi urgenti e efficaci per superare la crisi». Lo hanno gridato quest’oggi gli agricoltori delle province di Siena e di Arezzo, che hanno presidiato per cinque ore il casello autostradale A1 di Bettolle-Valdichiana. 1.200 agricoltori in totale con 140 trattori, slogan, cartelli, bandiere e punti di ristoro, per sensibilizzare istituzioni e cittadini del momento più difficile della storia del settore. Una clamorosa iniziativa organizzata dalla Cia, Confagricoltura, Legacoop e Confcooperative Siena e Arezzo che però non ha creato particolari disagi a traffico e cittadini grazie alla collaborazione fra organizzatori e forze dell’ordine , che segue le altre manifestazioni di Livorno, presidio al porto di Livorno, e Firenze, davanti al Consiglio regionale, per un mese di mobilitazione dell’intero settore.Agricoltori provenienti da ogni angolo delle province di Siena e di Arezzo, arrabbiati, delusi dalle parole a cui non sono seguiti i fatti da parte del Governo, e di fronte ad una crisi senza precedenti negli ultimi venti anni. All’iniziativa di protesta sono interventi anche rappresentanti delle istituzioni locali e regionali: Rosanna Pugnalini, consigliere regionale; Anna Maria Betti, assessore provinciale all’agricoltura che ha ricordato il sostegno concreto della Provincia di Siena, con risorse aggiuntive e il riconoscimento dello stato di crisi; inoltre hanno partecipato i sindaci di Sinalunga, Maurizio BotarelliAndrea RossiLuca Ceccobao. «Vogliamo far conoscere alle istituzioni e ai cittadini la gravità della crisi del settore hanno detto gli agricoltori -, con l’obiettivo che il Governo nazionale intervenga finalmente con soldi veri per superare l’emergenza e con un’adeguata strategia di sviluppo per il futuro». Vino, olio, zootecnia, ortofrutta, cereali: tutti i settori accomunati da una parola. Crisi. «Ormai produrre non conviene più protestano – le imprese agricole perdono competitività sui mercati e redditi, a causa della caduta libera dei prezzi e di un contestuale aumento dei costi di produzione che rende la gestione delle imprese insostenibile». La situazione non è più sostenibile, «è urgente – concludono Cia, Confagricoltura, Legacoop e Confcooperative – che le istituzioni a tutti i livelli intervengano, sia adottando misure straordinarie per evitare la chiusura di migliaia di imprese agricole, sia mettendo a punto una strategia di lungo respiro che ponga le condizioni per la competitività della nostra agricoltura». (cs)