Toscana

CRISI ECONOMICA, CONFRONTO TRA GIUNTA REGIONALE E CONFINDUSTRIA; MARTINI SCRIVE ALLE BANCHE

La crisi non è ancora alle spalle. Giunta regionale e industriali toscani la pensano allo stesso modo. E i numeri dell’ultimo semestre elencati dalla presidente della Confindustria Antonella Mansi appena arrivata nella sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze – calo del 20% della produzione, – 21% di fatturato, ordinativi interni che perdono il 16% e il 13% quelli interni, -5,4% di occupati – testimoniano un’identica preoccupazione per il prossimo autunno. «Su questa crisi non siamo mai stati ottimisti – precisa il presidente della Toscana Claudio Martini – E’ da mesi che esprimiamo preoccupazione per una ripresa che si conferma ancora lenta e debole. Siamo dunque in sintonia con le preoccupazioni degli industriali e siamo disponibili a concertare azioni comuni con le im prese da mettere in campo nei prossimi 150 giorni che ci separano dalla fine della legislatura». «Puntuali segnalazioni sui punti di crisi e la possibilità di conoscere anticipatamente nuove criticità – aggiunge poi – ci aiuterebbero a meglio calibrare i nostri interventi e le nostre politiche».Ed allora come uscire dalla crisi? Soprattutto come giocare d’attacco e trarre dalla crisi un’opportunità per essere, finita la tempesta, più competitivi?  Le parole chiave sono accesso al credito, avvio di piccole e grandi opere, ma anche edilizia sostenibile, energie rinnovabili e trattamento dei rifiuti speciali, che potrebbero diventare opportunità per un nuovo sviluppo. Di questo si è discusso nell’incontro che si è svolto nel pomeriggio tra la giunta regionale, rappresentata quasi al completo, e una nutrita delegazione di quindici rappresentanti di Confindustria Toscana. La riunione di oggi è stata il secondo dei cinque incontri che la Regione ha già fissato da qui alla fine di ottobre con tutte le parti sociali per aggiornare la propria agenda sugli interventi anticrisi. .

Banche a rallentatore. Gli industriali chiedono nuovo sostegno al credito e di allentare i vincoli di Basilea2, ma sopratutto domandano tempi più brevi alle banche nel concedere i prestiti. Due numeri: la Regione in questi mesi ha già messo sul piatto 60 milioni di euro di garanzie, 2159 sono le domande finora presentate dalle imprese. Fidi Toscana, la finanziaria della Regione, ne ha già esaminate la metà. «Ma di queste – si lamentano gli industriali – le banche ne hanno finanziate solo il 26 per cento, il 13% del totale». «Il problema esiste – rispondono Martini e l’assessore Bertolucci – Fidi toscana ha già scritto alle banche a metà luglio e ora le solleciteremo di nuovo ad essere più veloci».

Opere pubbliche per le imprese. Gli industriali chiedono anche un piano straordinario per le piccole opere (“l’edilizia ha perso in un anno 8.00 posti lavoro su 55 mila” ricordano), domandano un ‘piano casa’ per le aree industriali e pagamenti più brevi, se possibile, da parte della pubblica amministrazione “sull’esempio di quanto già accade in sanità”.  «Un piano straordinario per le piccole opere dei comuni toscani servirebbe a poco – risponde l’assessore all’urbanistica e ai trasporti, Riccardo Conti – Il problema sono i vincoli del patto di stabilità. I comuni hanno infatti i soldi, ma non possono purtroppo spenderli. Le grandi opere potrebbero invece portare commesse a tante imprese, piccole e grandi». Rinnovabili e rifiuti speciali: due occasioni di sviluppo. Ma le maggiori opportunità per il futuro potrebbero arrivare dalla rinnovabili e dal trattamento dei rifiuti speciali. «Da qui al 2013 sono disponibili 52 milioni di euro per le imprese che investiranno nelle rinnovabili, efficienza e risparmio energetico – ricorda l’assessore all’ambiente, Annarita Bramerini – Evitiamo di diventare terra di conquista di imprese straniere o di altre regione e sfruttiamo quest’occasione perché questi investimenti possano rimanere sul territorio e si trasformino in posti di lavoro». Altra partita da giocare è quella sui rifiuti speciali. «Ne produciamo ogni anno 7 milioni e mezzo di tonnellate – ricorda sempre l’assessore Bramerini – Se si potesse dar vita ad un ciclo produttivo per il loro recupero e la loro trasformazione in nuove materie prime potrebbero diventare un business come in Germania. Oltre a ridurre il rischio di traffici illegali».

Burocrazia più snella per le imprese. Anche l’ecoefficienza energetica e l’edilizia sostenibile potrebbe diventare motore di nuovo sviluppo. Lo ricorda l’assessore alla casa e ricerca Eugenio Baronti. Intanto la Regione ha approvato una legge sulla semplificazione amministrativa. «Alle imprese saranno garantiti risposte in tempi certi, entro 30 giorni – ricorda il vice presidente Federico Gelli – e indennizzi nel caso di ritardi. A disposizione ci sono anche 10 milioni per la riduzione del digitale divide e un prezzario sugli appalti che stiamo definendo in questi giorni». Anche una pubblica amministrazione efficiente è un aiuto all’economia. (cs-Walter Fortini)