Aumenta la paura tra i cristiani iracheni, dopo gli ultimi fatti che hanno visto il rapimento a Mosul e Kirkuk di due fedeli cristiani, uno dei quali ucciso. La nostra gente ha paura ed il timore è che in vista delle elezioni del gennaio 2010 ci possa essere una recrudescenza della violenza dichiara al Sir il vicario patriarcale di Baghdad, mons. Shlemon Warduni, rientrato proprio oggi, con il patriarca card. Emmanuel III Delly, da una visita pastorale di quindici giorni nelle diocesi di Zakho ed Amadhiya. Tuttavia aggiunge il vicario a subire violenze e rapimenti non sono solo i cristiani ma anche tanti musulmani. I fedeli islamici e cristiani sono accomunati dalla violenza che subiscono. A confermarmelo è stato oggi anche lo stesso procuratore caldeo di Mosul, padre Basman Al Dammar. Le cause di questo odio sono tante, politiche, settarie, criminali, fondamentaliste e non solo religiose. Per mons. Warduni, pertanto, non siamo davanti ad un piano preordinato per costringere i cristiani a rifugiarsi nella Piana di Ninive, progetto sul quale la maggiorparte dei cristiani è contraria, così come lo sono i vescovi che già da tempo, e a più riprese, hanno bocciato la proposta. Riferendo della sua visita pastorale a Zakho e Amadhiya, Warduni conferma le difficoltà in cui versa la popolazione irachena e, in particolare, la minoranza cristiana: si sente molto la mancanza di lavoro, acuita dal fatto che molte terre sono state occupate dalle tante persone venuti da fuori in cerca di rifugio. Le strade non sono sicure e nemmeno in buono stato impedendo di fatto la mobilità della gente che vuole trovare un lavoro, o il trasporto di malati in caso di necessità. Tutto ciò non fa altro che favorire l’emigrazione irachena e cristiana in particolare. Nonostante le difficoltà conclude mons. Warduni – i fedeli che abbiamo incontrato sono saldi nella fede ma hanno urgente bisogno di supporto materiale e spirituale. Serve loro l’abbraccio di tutta la Chiesa.Sir