Entro il 2009 la Toscana azzererà il digital divide infrastrutturale. Tutto il territorio, isole e montagne comprese, sarà dotato di banda larga consentendo così pari opportunità e pari diritti a tutti i cittadini e a tutte le imprese toscane. Entro il prossimo anno vareremo inoltre la ‘tessera sanitaria digitale’, dotata di chip elettronico, rispettosa della privacy di ognuno e contenente la storia clinica di ogni toscano iscritto al Servizio sanitario regionale. E’ intervenuto così il vicepresidente Federico Gelli, all’incontro organizzato nella pineta di San Rossore intitolato Libertà e diritti nella Rete del futuro confermando anche un investimento complessivo di 200 milioni di euro entro l’anno su progetti legati alla società della conoscenza a sostegno trasversale di tutte le politiche regionali.Il vicepresidente ha posto l’attenzione anche sui confini tra nuovi diritti digitali, i rischi connessi alla privacy (ha ricordato la recente apparizione del candidato in pectore alla guida dei servizi segreti inglesi postato su Facebook dalla moglie), e le nuove possibilità per la società civile di combattere i regimi oppressivi tramite la Rete, come sta capitando in queste settimane in Iran.Nel dibattito si è affrontato anche il ruolo di Internet nella società moderna. Internet, madre di tutte le reti, pone infatti dei conflitti di interesse tra libertà e usi distorti, tra diritti e doveri. Stefano Trumpy presidente di Isoc (Internet Society) Italia e dirigente di ricerca dell’Iit del Cnr, e Antonella Giulia Pizzaleo, esperta di governance della rete, ne hanno riassunto le principali caratteristiche e potenzialità: strumento di libertà di espressione, della diffusione di conoscenze e informazioni da tutto il mondo, oltre che di promozione di iniziative democratiche che può essere utilizzato anche in occasione di elezioni, per sondaggi e nel consolidamento di nuovi movimenti e idee. Luogo di sperimentazione di nuove forme di comunicazione sociale, Internet è anche un potente mezzo per sviluppare le attività commerciali, un aspetto che può confliggere con l’esigenza di esercitare un controllo sull’accesso a informazioni scomode. E’ quanto sta avvenendo in questi giorni, ad esempio, in Cina.E’ intervenuto anche Vittorio Bertola, esperto di libertà digitali, che ha fatto il punto sull’evoluzione delle politiche di copyright a partire dal Novecento fino ai giorni nostri, dove risultano inadeguate e anacronistiche le misure richieste ai governi dalle major internazionali della cultura. Per Bertola il futuro è la condivisione della conoscenza peer to peer (da utente a utente), con l’adeguamento delle normative vigenti e la condivisione di un nuovo modello economico fondato sull’ampliamento dei diritti digitali. (cs-Lorenza Pampaloni e Cristiano Lucchi)