L’Olocausto non è, anche 64 anni dopo la fine della peggior guerra che la storia abbia conosciuto, solo un tema per i programmi scolastici: Stefan Fule, ministro ceco agli affari europei, presenta le iniziative in cantiere in questi giorni a Praga per ricordare la Shoah, nell’ambito di una conferenza internazionale (26-30 giugno) che affronta in particolare il problema della restituzione dei beni sottratti alle vittime dei campi nazisti. Benché giunga al termine della presidenza ceca dell’Ue, questa manifestazione è una delle più importanti del semestre, specifica il ministro. Il programma si è svolto in parte a Terezin, città che oggi fa parte della Repubblica ceca dove aveva sede uno dei campi di concentramento del regime di Hitler, e in parte a Praga. Nella capitale è prevista oggi la firma, da parte della presidenza del Consiglio Ue e della Commissione, di una dichiarazione congiunta intesa a sostenere le attività avviate negli Stati membri per accrescere la conoscenza dell’Olocausto, la responsabilità collettiva verso i sopravvissuti, la conservazione della memoria su tale aspetto della storia continentale. Tra i presenti, Simone Veil, già presidente dell’Europarlamento, sopravvissuta ad Auschwitz, e il premio Nobel per la pace Elie Wiesel.Sir