Toscana

G8: LETTERA DELLE CONFERENZE EPISCOPALI CATTOLICHE NAZIONALI AI LEADER

“In questo tempo di crisi finanziaria ed economica globale, vi scriviamo a nome delle Conferenze Episcopali Cattoliche dei Paesi Membri del G8 per esortarvi a prendere provvedimenti condivisi, nel prossimo Vertice del G8 in Italia, finalizzati a proteggere i più poveri e assistere i Paesi in via di sviluppo”. Esordisce così la Lettera delle Conferenze Episcopali Cattoliche nazionali ai Leader dei Paesi del G8. Il documento, diffuso oggi, chiede tra le altre cose ai leader di impegnarsi per “prevenire ulteriori crisi finanziarie” e “di fare dei passi concreti per ridurre la povertà e per affrontare il cambiamento climatico”.“Paradossalmente i poveri che hanno contribuito di meno alla crisi economica con cui il mondo oggi si confronta, saranno quelli che con ogni probabilità soffriranno di più la devastazione, perché relegati ai margini in una schiacciante povertà. Alla luce di questi fatti, i Paesi Membri del G8 dovrebbero far fronte alle loro responsabilità nella promozione del dialogo con le altre maggiori potenze economiche per aiutare a prevenire ulteriori crisi finanziarie”: è quanto scrivono i presidenti delle Conferenze Episcopali Cattoliche nazionali dei Paesi del G8, ai leader che si incontreranno dall’8 al 10 luglio a L’Aquila. Nella lettera, diffusa oggi, i presidenti dei vescovi di Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Russia, Gran Bretagna (Inghilterra e Galles, e Scozia) e Stati Uniti, chiedono ai Paesi del G8 di “onorare i loro impegni nell’aumento degli Aiuti allo Sviluppo per ridurre la povertà globale e raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, specialmente nei Paesi Africani”, precisando che ciò “richiede un approfondimento della partnership” con i Pvs per far sì che questi “possano diventare agenti attivi della loro crescita, partecipando alle riforme politiche, governative, economiche e sociali al servizio del bene comune”. I presidenti della Conferenze episcopali dei Paesi del G8 chiedono anche il rafforzamento dei “processi di peacekeeping in modo che i conflitti armati non continuino a privare i Paesi delle risorse necessarie allo sviluppo”. Poiché “gli Stati poveri e i loro popoli che meno hanno contribuito” al “cambiamento climatico globale sono quelli a maggior a rischio per le gravi conseguenze di questo fenomeno”, i presuli, preoccupati per “l’impatto che il cambiamento climatico produrrà sulla vita degli ultimi”, chiedono di “fissare impegni concreti”, creare “meccanismi per mitigare ulteriori cambiamenti climatici aiutando i poveri” ad adeguarsi a questi effetti, e adottare “tecnologie appropriate per uno sviluppo sostenibile”. “Proteggere i diseredati e il pianeta – sostengono – non sono ideali tra loro contrastanti ma priorità morali per tutte le persone di questo mondo”. Il G8 “ha luogo all’ombra di una crisi economica globale ma le sue azioni sono in grado di portare una luce di speranza al mondo in cui viviamo” affermano ancora i vescovi invitando i leader ad assicurare attraverso adeguate politiche “il bene comune di ciascuno”. “Come famiglia umana – è la conclusione della lettera – siamo chiamati ad assicurare i nostri stessi benefici anche ai nostri membri più deboli”.Sir