Toscana

PRATO, IN OTTOMILA ALLA MANIFESTAZIONE IN DIFESA DEL DISTRETTO TESSILE, GRIDO D’ALLARME PER 1.100 ARTIGIANI

 In ottomila per gridare all’Italia che il distretto tessile pratese vuole vivere. “Prato non deve chiudere”, lo slogan stampato all’infinito sulla bandiera da Guinnes dei primati (lunga 1022 metri e larga circa 5) che ha percorso stamani le vie del centro tessile toscano è diventato un urlo collettivo. A reggere la bandiera erano in duemila. im-prenditori accanto agli operai, artigiani, giovani e tanta gente comune. A Prato la creatività non manca e l’evento di stamani l’ha dimostrato. Il tavolo di distretto – dove siedono Provincia, Comuni, associazioni degli industriali e degli artigiani, sindacati e commercianti – ha voluto con questa iniziativa portare l’attenzione del Governo e della Regione sull’emergenza Prato ma anche riaffermare il ruolo di questa capitale del tessile italiano. Così la foto della bandiera record e della piazza dove con centinaia di casse da filato rivestite di rosso e blu (i colori della città) era stato scritto “Prato non deve chiudere” diventerà il simbolo della guerra alla crisi. In prima fila con il presidente della Provincia, Massimo Logli e il sindaco Marco Romagnoli, il presidente della Camera di commercio Carlo Longo, quello dell’Unione industriale, Riccardo Marini, i presidenti di Confartigianato e Cana, Stefano Acerbi e Anselmo Potenza, i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil – Manuele Marigolli, Stefano Bellandi, Annalisa Nocentini– e poi i presidenti di Confesercenti e Unione commercianti, Alessandro Giacomelli e Giuseppe Nardini. Fare presto prima che la filiera delicata e articolata del sistema Prato perda irrime-diabilmente pezzi e non sia pronta ad afferrare la ripresa, quando ci sarà. “Non c’è tempo da perdere”, hanno detto a una sola voce amministratori locali, imprenditori e lavoratori. Da Prato è già partita da tempo una richiesta di incontro al Governo, pochi giorni fa una richiesta di incontro ha raggiunto anche il presidente della Repubblica. “Non abbiamo bisogno di assistenzialismo ma di sostegno per essere più forti domani – ha sostenuto il presidente della Provincia, Massimo Logli – Dobbiamo essere orgogliosi della nostra capacità di stare insieme. Non per paura della crisi ma per costruire il nostro futuro. Il distretto chiede al Governo sostegno per la dignità del lavoro che è la no-stra forza, misure per garantire competitività alle imprese e la difesa delle regole”. L’appello al Governo è pressante. “Prato ha sempre risolto i suoi problemi da sola, ora non è così, ora, per le caratteristiche della crisi generale, non possiamo più farcela. Prato ha bisogno di attenzione. Non è sbagliato dare aiuti all’auto, o al settore elettrodomestico, ma è sbagliato non intervenire nel tessile-abbigliamento, che costituisce la spina dorsale del manifatturiero italiano – ha detto il sindaco Marco Romagnoli – Prato ha dato lavoro, reddito, dignità professionale alle persone. Ha contributo alla crescita economica dell’Italia col suo consistente gettito fiscale”.“E’la prima volta che a Prato, tutta Italia, c’è una unità di intenti così condivisa e trasversale – ha affermato il presidente degli industriali, Riccardo Marini – Su questa for-za dobbiamo partire per costruire il domani. Anche gli imprenditori hanno condiviso le richieste da rivolgere al Governo nazionale e regionale. Questa crisi è pesante e lunga, ma tutti insieme siamo in grado di affrontarla e superarla. Se Prato chiude, chiude an-che la moda made in Italy”.Dal sindacato è venuto un annuncio preoccupato e drammatico: oltre 1100 lavoratori dell’artigianato da marzo corrono il rischio di restare senza reddito perché il Governo non ha rifinanziato la cassa integrazione straordinaria in deroga. “La crisi ha picchiato duro in questi anni, abbiamo perso migliaia di posti di lavoro. Vogliamo essere a-scoltati perché questa è una città che ha dato tanto al paese, non ci interessa l’assistenza ma il lavoro perché è ancora il futuro di questa città – ha detto il segretario generale della Cgil, Manuele Marigolli – Il nostro slogan è crudo e deciso perché dobbiamo dare risposta a un’urgenza e reagire, dobbiamo poter guardare ancora lontano”. “Il tempo non è una variabile indipendente. Il distretto di Prato ha dato un contributo importante al paese, vogliamo che sia in grado di farlo anche in futuro. – ha sostenuto il presidente di Confartigianato Stefano Acerbi – L’appello vale anche per il sistema bancario che deve sostenere le imprese. Dobbiamo contare sulla forza di stare insieme”.“Il Governo non può non ascoltare la voce di Prato, abbiamo chiesto alla città di esserci e i cittadini hanno risposto – ha messo in evidenza il presidente di Confesercenti, Alessandro Giacomelli – I commercianti hanno aderito con convinzione alla mobilitazione, anche i consumi sono ormai ai minimi storici e Prato deve essere ascoltata”.