(Daniele Rocchi, inviato Sir a Betlemme) – Non abbiamo cibo, l’acqua potabile scarseggia, i bambini sono terrorizzati. All’incontro dei vescovi Usa e Ue per la Terra Santa, in corso a Betlemme, è giunta oggi, da Gaza, la drammatica testimonianza del parroco della piccola comunità della Striscia, poco più di 3mila fedeli, padre Manuel Musallam. Raggiunto telefonicamente, il parroco ha raccontato che in questa grave situazione musulmani e cristiani si sono ancor più uniti e insieme cercano di sopravvivere. Siamo tutti palestinesi ha riferito e siamo tutti vittime. I nostri fratelli musulmani ci sono vicini, ci dimostrano affetto e vicinanza, ci invitano a non aver paura. Da parte nostra ha spiegato padre Musallam cerchiamo di condividere con tutti quel poco che abbiamo, come l’acqua. Nella mia parrocchia abbiamo un pozzo artificiale da cui si estrae acqua che offriamo a chi ne ha bisogno. Purtroppo l’acqua di Gaza non è potabile, quest’ultima è ormai quasi finita. Abbiamo anche un generatore che serve a far funzionare un forno per produrre un po’ di pane. Abbiamo messo a disposizione la nostra scuola come rifugio. All’interno hanno trovato ospitalità molte famiglie e bambini. Il loro pianto è continuo, sono terrorizzati. In tanti anni non ho mai visto una cosa del genere. Le scuole del patriarcato non hanno subito danni così come quelle di congregazioni religiose prosegue la testimonianza – a Gaza sono rimaste le suore di Madre Teresa che assistono i bambini disabili. La guerra sta provocando ingenti danni, 18 moschee sono state distrutte, gli israeliani credono che siano rifugio per miliziani di Hamas, la popolazione è allo stremo. Il popolo palestinese non merita questo trattamento di sangue. Imploro tutti di fermare questa guerra e di riaprire il processo di pace. I palestinesi vogliono vivere in pace.Sir