Niente gettoni di presenza e stipendi ma solo rimborsi spese per vicepresidenti, consiglieri e deputati nel Consorzi di bonifica e tetto massimo per l’indennità di funzione del presidente, equiparata al massimo a quella del sindaco di un comune fino a 10.000 abitanti, a partire dal primo gennaio 2009. E’ quanto prevede la nuova legge sui Consorzi approvata a maggioranza dal Consiglio regionale della Toscana, con 34 voti a favore e 13 contrari. Il testo è stato emendato, abbassando il tetto massimo dell’indennità del presidente con il riferimento ai comuni di 10.000 abitanti e non di 30.000 com’era nella formulazione originaria, e specificando che se l’indennità è inferiore a tale limite, non va modificata. Insieme alla legge, il Consiglio ha approvato sempre a maggioranza un ordine del giorno che impegna la Giunta regionale a presentare entro 4 mesi una proposta di modifica organica di tutto il settore, dando attuazione alle disposizioni nazionali sul numero dei componenti degli organi consortili e rispettando una serie di criteri. Tra questi, la revisione del numero dei comprensori e un sistema elettorale che favorisca la partecipazione convocando tutte le elezioni in un unico giorno, in concomitanza con le tornate elettorali istituzionali.E’ stato il presidente della commissione Agricoltura, Aldo Manetti (Prc), ad intervenire per primo, ricordando di aver già svolto l’illustrazione in precedenza e specificando: L’esigenza primaria in questo momento è quella di rispettare la legge finanziaria del 2008, che ci chiede alcune modifiche urgenti. L’ordine del giorno collegato entra nel merito disegnando i criteri per una riforma complessiva.Dopo sei mesi di discussione, la montagna ha partorito un topolino. Questo il giudizio di Luca Titoni (Udc). Rispetto alle evidenti esigenze di riforma, dopo la presentazione e il ritiro di una proposta di legge della Giunta ha spiegato Titoni – ora viene portata al voto una legge che consta di tre soli articoli, e che solo per rispondere alla finanziaria taglia così, tanto per tagliare. Ma sono solo palliativi, quello che serve è una verifica che entri nel merito delle cose e un riordino effettivo. Serve una legge di riassetto più seria. Simile l’opinione di Andrea Agresti (An-PdL), che ha parlato del testo come di un pasticcio proposto non si sa bene da chi, che lascia anche intravvedere qualche cosa che non va all’interno della maggioranza, e che per di più è scritto male perchè pur volendo tagliare i costi nei fatti permette di alzare le indennità di molti presidenti (l’intervento del consigliere si riferiva al testo iniziale non emendato). Una proposta frettolosa, quindi, quella portata in Aula, secondo Agresti, che ha ribadito invece l’esigenza di discutere seriamente del ruolo dei Consorzi, riportandoli alle funzioni per le quali erano nati oppure ridefinendone i compiti in maniera più complessiva.E’ partito dal riconoscimento di un percorso istituzionale che avrebbe potuto essere più lineare Erasmo D’Angelis (Pd), presidente della commissione Territorio e ambiente, che ha chiesto però all’opposizione di tener conto anche di alcune attenuanti, come il ritardo complessivo della macchina dello Stato e una serie di stop and go, per cui solo un mese e mezzo fa è stata approvata la definizione dei criteri per il riordino dei Consorzi in sede di Conferenza Stato-Regioni. Questa legge introduce subito alcune modifiche che andavano portate per obbligo di legge, ma va letta insieme all’ordine del giorno collegato ha sottolineato D’Angelis L’esigenza di presidio, tutela e difesa del suolo è un bisogno reale che richiede un lavoro serio e approfondito.Questa leggina non è che il tentativo di salvare in calcio d’angolo una mischia in area. Ma in realtà rappresenta uno dei fallimenti più eclatanti del governo regionale. Queste le parole di Marco Carraresi, capogruppo dell’Udc, che ha spiegato: Le buone intenzioni c’erano, c’erano anche ordini del giorno e atti cogenti, ma non è con leggine di questo tipo che si risolvono i problemi. Per il consigliere infatti quella dei Consorzi è una situazione molto grave che la Regione Toscana ha cercato in questi anni di dissimulare, senza mai esercitare un’azione efficace di controllo sul loro operato; la gravità della situazione emerge in particolare per l’assenza di un evidente rapporto fra l’importo della tassa di bonifica e il beneficio scaturito, ciò che dovrebbe costituire la base della legittimità del contributo richiesto: un argomento che questa legge non tocca.Durante il dibattito è intervenuto anche il presidente della Regione, Claudio Martini, da un lato per smentire l’esistenza di conflitti all’interno della maggioranza, dall’altro per proporre di intervenire sul testo eliminando le ambiguità sull’indennità dei presidenti. C’è effettivamente il bisogno di mettersi a lavorare per una ridefinizione organica del settore ha detto Martini Avevamo proposto un testo, è iniziato un dibattito, non abbiamo fatto in tempo a concluderlo. Ma adesso ci diamo 4 mesi di tempo per ridefinire le cose ha aggiunto – e vorrei che questa fosse l’occasione per il coinvolgimento di tutto il Consiglio regionale nell’elaborazione della riforma. Nel merito dell’articolato, Martini ha proposto di trovare una nuova formulazione del passaggio sull’indennità dei presidenti, per eliminare il rischio degli aumenti, proposta poi accolta con l’emendamento approvato.