Con una dichiarazione ‘non vincolante’ letta dal presidente del Consiglio di sicurezza, il croato Neven Jurica, i 15 membri dell Consiglio di Sicurezza hanno concluso oltre quattro ore di seduta straordinaria svoltasi a porte chiuse, chiedendo alle parti in causa la cessazione di qualsiasi violenza e di ogni attività militare nella Striscia di Gaza. La bozza di dichiarazione sarebbe stata originariamente redatta dal rappresentante della Federazione Russa all’Onu ma, come altre volte è accaduto a proposito delle vicende mediorientali, perfino con la formula di una dichiarazione non vincolante tra i 15 sono emerse divergenze sui contenuti e sul linguaggio della nota. Nel frattempo, l’ultimo delle vittime provocate dall’offensiva israeliana raggiunge, secondo fonti mediche palestinesi, un totale di 271, sei dei quali in queste prime ore di Domenica. Un incursione aerea sul campo profughi di Jabaliya, nel nord della Striscia di Gaza, e due a sud, nei pressi di Rafah, al confine con l’Egitto, hanno segnato, dopo quelle della notte anche contro una moschea della città di Gaza e una stazione televisiva, l’inizio della seconda giornata di attacchi israeliani. La radio pubblica israeliana ha detto che nella notte sono state compiute una ventina di incursioni e che intanto unità blindate supplementari di riservisti hanno preso posizione in un’area vicina alla Striscia. Per il momento, le notizie delle incursioni aeree, pur riferite da testimoni oculari a organi di stampa internazionali, mancano di bilanci e particolari certi e verificabili. L’emittente radio di Hamas ha detto che a Rafah è stato colpito un camion-cisterna che, incendiatosi, ha propagato il fuoco a diverse abitazioni facendo anche vittime e feriti; non ci sarebbero invece stati morti in un posto di polizia ugualmente colpito vicino Rafah. Anche l’incursione sul campo profughi di Jaabaliya è stata vista da testimoni che non sono stati però in grado di dire se avesse provocato morti o feriti.Misna