Toscana

ORDINARIATO MILITARE: L’ARCIVESCOVO PELVI INCONTRA IL CONTINGENTE ITALIANO IN KOSOVO

Visita natalizia, oggi, dell’arcivescovo ordinario militare per l’Italia, mons. Vincenzo Pelvi, al contingente italiano in missione di pace in Kosovo. L’ordinario ha incontrato i militari delle varie Forze Armate presenti nei Balcani, insieme ai loro cappellani militari, nella base di Gjakova dove nell’hangar ha celebrato una messa. Nell’omelia mons. Pelvi, parlando della figura di Giovanni Battista, ha ricordato ai militari presenti che “la vita è nelle nostre scelte, prendiamoci la responsabilità del nostro vivere. Ciò che voi in maniera generosa e appassionata testimoniate in questa terra, lontana dalle vostre famiglie. Prova a rischiare la tua vita; osala, insegui un sogno, persegui un ideale, credi a qualcosa di grande. Convertirsi vuol dire rischiare: rischiare è generare nuove possibilità, è diventare più forti, è nascere”. Non meno forte l’appello ad “accogliere Gesù nel volto di chi ti tende la mano per essere aiutato, come gli abitanti di questa terra” con cui si è chiamati “ad entrare in dialogo”. “Il dialogo è fra credenti che condividono le gioie e le prove quotidiane, in vista del benessere degli uni e degli altri. Penso alla vostra collaborazione con credenti di religioni differenti per sostenere chi vive in solitudine, malattia o povertà, specie in conseguenza di grandi conflitti. Il dialogo ha una urgenza sociale e una valenza etica e morale”. Subito dopo la messa mons. Pelvi ha salutato i militari del contingente per esprimere loro “vicinanza e riconoscenza”. “Tutta l’Italia – ha detto l’ordinario – vi è vicina, vi segue e vi sostiene, così come i vostri colleghi in Libano, in Afghanistan e negli altri teatri balcanici. Voglio ringraziarvi per l’impegno che dimostrate nel dare un futuro a questa martoriata terra del Kosovo, dove la presenza internazionale dei militari è riuscita progressivamente a interrompere una scia di sangue, di vendette. Qui nazionalismi feroci, fanatismo religioso, violenza contro le popolazioni sono stati circoscritti grazie all’intervento coordinato delle Nazioni Unite, della Nato, dell’Europa”. Mons. Pelvi ha inoltre ricordato l’opera di ricostruzione, portata avanti dai soldati italiani, di scuole e ponti, di distribuzione di viveri e medicinali. “Le sfide di questo territorio sono ancora tante e non tutto è stato risolto – ha affermato – ma voi state seminando il cammino della cultura democratica europea con uno stile di pace. Impegnarsi per realizzare infrastrutture, iniziative di solidarietà, lavorare per suscitare la speranza di un futuro sereno e dignitoso rafforza la pacificazione su basi di pluralismo e libertà. Voi condividete tale orientamento non solo perché militari ma perché militari che hanno incontrato Cristo e desiderano testimoniarlo con entusiasmo nella loro vita”.Sir