Toscana

NIGERIA,DISORDINI A JOS: ARCIVESCOVO DI ABUJA ESCLUDE CAUSE RELIGIOSE

“Tutto questo è un problema politico. I politici, però, in Nigeria, quando fa loro comodo, cercano di strumentalizzare la religione, per sostenere il loro modo di fare”: l’arcivescovo di Abuja monsignor John Onaiyekan, in un’intervista alla Radio Vaticana, oggi ha cercato di portare un po’ di chiarezza rispetto a molti resoconti della stampa internazionale sulla presunta matrice religiosa degli scontri che a Jos, tra venerdì e sabato, hanno provocato molte vittime. Secondo l’unico bilancio ufficiale diffuso finora dal commissario dell’informazione dello stato del Plateau, Nuhu Zagara, i morti sarebbero “almeno 200”, mentre altre fonti alzano le stime fino a 400. Monsignor Onaiyekan ha detto di avere parlato con l’arcivescovo di Jos che si è detto molto contrariato per i toni e le accuse su testate internazionali. L’arcivescovo di Abuja ha continuato poi la sua analisi: “Una causa può essere quella delle elezioni locali fra due partiti. I partiti non sono religiosi – precisa monsignor Onaiyeka – perché sia il Pdp che l’Anpp hanno cristiani e musulmani all’interno del partito. Alle volte, però, a livello locale, si può avere un confronto non solo fra due partiti, ma anche fra due religioni”. Secondo l’intervistato l’appartenenza a una religione è un fattore tra gli altri, collegato all’identità dei gruppi che si sono scontrati per motivi politici e di controllo delle risorse: “Nel caso di Jos –ha detto l’arcivescovo – sono gruppi di indigeni della zona e gruppi hausa, che in grande maggioranza sono musulmani e che, secondo la storia sono installati lì da più di 100 anni. Purtroppo in questi 100 anni hanno vissuto quasi sempre separati e l’identità dei due gruppi è ben chiara. Ma quando ci sono problemi politici, si trova una miscela di differenze etniche e sociali, mischiate insieme, cui si aggiunge la differenza religiosa, che segue queste linee”. Monsignor Onaiyekan ha detto che è difficile puntualizzare in questo coacervo la vera causa, ma ha sottolineato: “secondo me, la causa principale è il controllo del potere e il senso di appartenenza ad un gruppo o all’altro; chi è che ha il controllo, le conseguenze economiche e così via”. Alla domanda su come è in generale in Nigeria la convivenza tra cristiani e musulmani, l’arcivescovo ha risposto: “la relazione è buona e io lo posso dire con grande senso di responsabilità. Ogni tanto scoppiano periodi di violenza ed io li descrivo come periodi di pazzia, però nel resto dell’anno la gente vive insieme, va negli stessi mercati, appartiene agli stessi partiti politici, si trova nelle stesse forze armate e nella polizia, e in molti casi si sposa”. Poi aggiunge: “Io credo che questa nostra situazione sia molto mal compresa; ogni volta, quando c’è un problema, si dice subito sono cristiani o musulmani, invece ci sono altre cose dietro”. L’arcivescovo Onaiyekan ha concluso riferendo di aver parlato con il sultano di Sokoto, il capo dei musulmani in Nigeria, per capire cosa fare insieme per ristabilire la pace.