Cessazione immediata delle ostilità, rispetto degli accordi di gennaio, condizioni di sicurezza per gli aiuti umanitari. Sono le richieste di Bruno Miteyo, direttore della Caritas nazionale congolese, che oggi a Roma ha incontrato i referenti di Caritas italiana. Nel Nord Kivu una persona su cinque è sfollata, mentre crescono paura, violenze e insicurezza. Miteyo ha invitato la comunità internazionale e il Governo italiano a far pressione perché si ponga fine agli scontri, ricordando che in un documento i vescovi della Conferenza episcopale congolese hanno denunciato i massacri gratuiti delle popolazioni civili, lo sterminio mirato dei giovani e gli stupri sistematici perpetrati come arma di guerra, che avvengono sotto gli occhi impassibili di coloro che hanno ricevuto il mandato di mantenere la pace e proteggere la popolazione civile. Caritas italiana lavora da anni in tutta la Repubblica Democratica del Congo a fianco della Caritas locale in progetti d’emergenza, riabilitazione e sviluppo; in particolare è impegnata in un programma per il recupero dei bambini-soldato. Ma proprio nei giorni scorsi, ricordano dalla Caritas, membri dell’esercito congolese (Fardc) hanno saccheggiato il centro della parrocchia del villaggio di Kanyabayonga, uno dei centri di transito e orientamento del progetto di recupero degli ex bambini-soldato.Sir