Un nuovo appello dei vescovi indiani, insieme ai vescovi dell’Orissa, chiede oggi di porre fine alle violenze contro i cristiani e di aprire inchieste giudiziarie sugli avvenimenti in corso da circa due mesi. I vescovi indiani si dicono addolorati nel constatare che dopo 54 giorni di attacchi contro i cristiani a Kandhamal, la situazione nel distretto e in altre parti dell’Orissa è ancora tesa ed insicura. I cristiani hanno paura di tornare ai propri villaggi, perché le minacce di morte hanno costretto molti di loro a fuggire nella foresta o a vivere in condizione disumane nei campi profughi gestiti dallo Stato denunciano i vescovi -. I campi si sono dimezzati non perché le persone sono tornate ai rispettivi villaggi, ma perché sono emigrate verso altri distretti e altri Stati in cerca di sicurezza. I cristiani di Kandhamal, sottolineano, hanno perso la fiducia nel governo dello Stato e ritengono che il loro diritto fondamentale a vivere è stato completamente violato dal governo costituzionalmente eletto. I vescovi condannano di nuovo l’omicidio di Swami Saraswati Laxmananda (che ha dato origine alle violenze dei fondamentalisti indù contro i cristiani nonostante sia stato rivendicato da un gruppo di maoisti, ndr) e l’uccisione di oltre 60 cristiani. Chiedono, perciò, che venga aperta una inchiesta sull’assassinio dello Swami e inchieste separate sulla ragazza indù bruciata viva e sulla religiosa delle Missionarie della Carità violentata in pubblico davanti a poliziotti che non hanno fatto niente. I vescovi continuano a chiedere una forte e rigorosa azione nei confronti degli autori di questi crimini e un giusto risarcimento alle persone colpite e alle istituzioni. Chiedono inoltre che, nei casi in cui la gente si faccia giustizia da sola, la polizia sia incaricata di agire in conformità con la legge, con giustizia e senza pregiudizi. Per questo motivo ritengono necessaria la presenza della polizia privata Crpf, visto che le persone hanno perso la fiducia nella polizia locale. Questo, concludono, è il minimo che ci aspettiamo dal governo, che ha il dovere di tutelare i diritti e la libertà di ogni singolo cittadino, come garantito dalla Costituzione. La dichiarazione congiunta è stata rilasciata a conclusione di un incontro sulla violenza contro i cristiani in Orissa che si è svolta presso la sede della Conferenza episcopale indiana a New Delhi, il 16 -17 ottobre scorsi. Presenti all’incontro anche il card. Vincent Concessao, arcivescovo di Delhi ed il vescovo Jacob Mar Barnabas, del rito siro-malankarese della Chiesa cattolica e i segretari delle Commissioni episcopali.Sir