È stato rinforzato l’apparato di sicurezza in alcune zone del distretto di Kandhamal, nello stato orientale indiano di Orissa, dopo che nella notte e nella mattinata di oggi si sono registrate nuove violenze con un bilancio parziale che parla di almeno un centinaio di abitazioni date alle fiamme e due chiese cristiane danneggiate o incendiate. Le autorità hanno anche imposto un coprifuoco in almeno nove aree considerate sensibili e a rischio di nuove violenze, mentre reparti dell’esercito e della polizia sono stati inviati sul posto a cominciare da ieri. Fonti concordanti della stampa indiana riferiscono che la situazione nel distretto è tornata a farsi estremamente tesa dopo che martedì una folla di persone aveva circondato una stazione di polizia nel villaggio di Raikia per chiedere la scarcerazione di alcuni uomini fermati per aver tentato di attaccare alcune comunità cristiane locali. La protesta è degenerata in scontri con la polizia in cui almeno un manifestante è stato ucciso e 25 persone ferite. Nelle ultime 48 ore, quindi, gruppi radicali (mossi più da motivazioni politico-economico-sociali che da questioni religiose) sono tornati in azione in varie zone del distretto di Kandhamal. Le aree maggiormente interessate dalle ultime violenze sono quelle di Daringibadi, Udaygiri e Tikabali. A complicare la situazione anche i numerosi blocchi stradali che i gruppi di aggressori hanno allestito lungo le principali arterie stradali dell’area e che stanno ritardando l’arrivo delle forze di sicurezza. Dalla fine di agosto il distretto di Kandhamal ha fatto registrare numerosi e gravi atti di violenza ai danni delle comunità cristiane (sia cattoliche che protestanti) che, secondo un bilancio confermato dalla conferenza episcopale indiana, hanno provocato la morte di 27 persone e gravi danni. Nelle ultime settimane episodi analoghi, seppur di intensità molto minore, sono avvenuti anche nello stato di Karnataka e Kerala (entrambi nel sud del paese). Dietro l’apparente motivazione religiosa, in molti ritengono si nascondano le ambizione politiche dei gruppi nazionalisti e di estrema destra indiani – a cominciare dal partito nazionalista indù Bharatiya Janata party e dai suoi più stretti alleati, che infatti governano tutti gli Stati in cui si sono registrate finora le violenze – in vista delle prossime elezioni generali.Misna