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Cibo, agricoltura e salute a rischio con l’accordo Ttip tra Europa e Usa?
Le opinioni pubbliche europee - e alcuni governi - iniziano a rendersi conto dei rischi legati all’accordo commerciale Ttip (Transatlantic Trade and Investment Partnership) che l'Unione europea sta negoziando dalla metà del 2013 con gli Stati Uniti per abbattere le barriere doganali, ridurre le tariffe e liberalizzare il mercato e lo scambio di merci. Le posizioni delle associazioni cattoliche
Gli interessi di chi? Polli alla candeggina, carni con ormoni dannosi per la salute, cibi contenenti Ogm, vini italiani contraffatti, cosmetici e creme solari prodotte con standard di sicurezza molto bassi. Abbattimento dei prezzi interni del latte, meno tutele sui prodotti Doc o Dop e danni ai piccoli agricoltori e ai consumatori in genere. Sono solo alcuni dei rischi temuti dalle società civili europee (ma perfino negli Usa il consenso dell’opinione pubblica è in calo dal 53% al 15%) critiche contro l’accordo commerciale Ttip (Transatlantic Trade and Investment Partnership) che l’Unione europea sta negoziando dalla metà del 2013 con gli Stati Uniti per abbattere le barriere doganali, ridurre le tariffe e liberalizzare il mercato e lo scambio di merci. Non solo: la complessità del Trattato mira ad aggirare le legislazioni nazionali che fanno da argine ad una completa privatizzazione di servizi della sanità, dei trasporti, dell’acqua e dell’energia. Secondo le varie campagne nazionali (in Italia è attiva da anni la Campagna Stop Ttip Italia) il Trattato farebbe solo gli interessi delle multinazionali e lobby agroindustriali, a tutto danno dei lavoratori, delle piccole aziende e dei consumatori, costringendo gli europei, tra l’altro, a importare cibi di scarsa qualità e ad abbassare gli standard di tutela della salute.
Se la fase di negoziazione tra l’Ue e gli Stati Uniti andasse a buon fine secondo gli esperti potrebbe portare al disastro l’agricoltura europea: un vantaggio per le grandi imprese Usa fino a 4 miliardi di euro, mentre il contributo dell’agricoltura al Pil europeo potrebbe diminuire dello 0,8%, con conseguente perdita di posti di lavoro.
I Ttip Leaks. Dopo la rivelazione, nei giorni scorsi, dei Ttip Leaks da parte della sezione olandese di Greenpeace (16 documenti di 248 pagine che svelano negoziati finora tenuti segreti), anche alcuni governi europei (Bruxelles teme la discriminazione dei prodotti europei e un impatto negativo su lavoro e sviluppo) cominciano a esprimere perplessità. Tra questi la Francia, con il presidente François Hollande che il 3 maggio ha preso posizione contro il Trattato: «Noi non siamo per il libero scambio senza regole. Non accetteremo mai la messa in discussione dei principi essenziali per la nostra agricoltura, per la nostra cultura, per la reciprocità nell’accesso al mercato pubblico».
Coldiretti: «no al falso Made in Italy». Nel mondo cattolico non sono poche le associazioni, le parrocchie, i singoli, che hanno preso posizione contro il Ttip. La Coldiretti è preoccupata soprattutto che il falso Made in Italy prodotto negli Stati Uniti – per un valore di oltre 20 miliardi di euro – arrivi sulle tavole degli italiani. Il timore maggiore riguarda la tutela dei vini italiani, che potrebbero essere sostituiti da falsi Chianti o Marsala prodotti in California. Negli Usa, soprattutto attraverso la rete, è infatti possibile acquistare pseudo-vino ottenuto da polveri «miracolose» (cosiddetti «wine kit»), che promettono di ottenere in pochi giorni vini prestigiosi come Barolo, Gewurztraminer, Lambrusco, Montepulciano…Anche prodotti come i pomodori San Marzano, l’olio d’oliva, i salumi e i formaggi potrebbero essere facilmente taroccati. «La trattativa sul Ttip – afferma Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti – deve rappresentare un appuntamento determinante per tutelare le produzioni agroalimentari italiane dalla contraffazione alimentare: c’è in gioco è un consistente interscambio economico visto che per la prima volta le esportazioni agroalimentari Made in Italy in Usa hanno superato nel 2015 i 3,6 miliardi di euro con un aumento del 20%. E proprio il vino è il prodotto italiano piu’ apprezzato dagli americani, con 1,3 miliardi».
Acli: «manovre dei grandi centri di potere». Anche le Acli si sono espresse più volte contro il Ttip, condannando la scarsa trasparenza da parte delle istituzioni europee nella trattativa e la deriva verso un modello di sviluppo che relega i diritti dei lavoratori e la dignità umana a ostacoli al commercio. Secondo Gianni Bottalico, giò presidente nazionale delle Acli, «sono percepibili le manovre dei grandi centri di potere finanziario per mantenere una posizione di predominio. L’Europa rischia di pagare un prezzo molto alto a queste strategie, perché, a differenza di altre aree del mondo viene considerata assoggettabile dai fautori di un’economia fondata sull’idolatria del profitto». Tra le organizzazioni promotrici della Campagna Stop Ttip anche l’associazione Libera fondata da don Luigi Ciotti.
L’ultima tornata di negoziati tra Ue e Usa si è tenuta a New York dal 25 al 29 aprile. Se l’accordo arriverà ad una conclusione dovrà avere il via libera del Consiglio dei ministri Ue, del Parlamento europeo e del Congresso Usa. Ma gli ostacoli dovuti alle posizioni diverse potrebbero portare ad un fallimento o ad un «Ttip light», comunque svantaggioso per gli europei.