Sia il presidente Robert Gabriel Mugabe – ovviamente rieletto nel “ballottaggio” dell’altro ieri, definito “farsa”, “truffa”, “simulacro”, “parodia”, “vergogna” e simili, dopo il boicottaggio attuato dal suo avversario Morgan Tsvangirai – sia lo stesso Tsvangirai si sono detti pronti a trattative per una composizione almeno temporanea della crisi politica sviluppatasi intorno alle elezioni presidenziali e parlamentari. Nel riferirlo, fonti di stampa locali e internazionali sottolineano comunque presumibili e inevitabili diversità di obiettivi delle due parti in un’eventuale fase negoziale. “L’importante è portare al più presto Mugabe al tavolo della trattativa; non è inconcepibile che un’intesa possa essere raggiunta” ha detto Tsvangirai ad agenzie di stampa internazionali, ipotizzando, secondo notizie che sono state diffuse da Londra, un ruolo temporanea di “presidente onorario” per Mugabe. Per Marwick Khimalo, capo degli osservatori del Parlamento dell’Unione Africana (UA), il voto non è stato “né libero, né giusto nè credibile” e sono necessarie appena possibile nuove elezioni; “la campagna elettorale – ha sottolineato Khimalo in una conferenza-stampa ad Harare – è stata caratterizzata da intimidazioni e violenze, sequestri, uccisioni e gente in fuga”. Gran parte della comunità internazionale non africana resta duramente critica nei confronti del presidente “rieletto” e continua a discutere la possibilità di iniziative diplomatiche ed eventuali sanzioni nei confronti di Harare e in particolare di Mugabe. Di fatto, in una dichiarazione della sua presidenza, l’Unione Europea si rammarica di prendere nota che il popolo dello Zimbabwe non ha potuto esprimere la sua volontà nella consultazione del 27 giugno e che quindi queste elezioni non possono essere considerate legittime e il potere degli eletti è discutibile ribadendo che le uniche elezioni legittime sono quello del 29 marzo, svolte in maniera accettabile e utilizzabili come base per una possibile soluzione . Il riferimento è alle parlamentari ma soprattutto al primo turno delle presidenziali in cui Tsvangirai ottenne circa cinque punti percentuali più di Mugabe, senza però raggiungere e superare il 50% per risultare eletto al primo turno. Già domani o dopodomani, Mugabe, dopo una cerimonia di insediamento – prevista alle 15 di oggi – per un altro mandato di cinque anni, potrebbe partecipare al vertice dell’UA a Sharm-el-Sheik in Egitto, dove ci si attende che possa trovarsi di fronte a significative contestazioni. Una curiosità dell’ultimora giunge da un programma radiofonico dell’emittente inglese Bbc dedicato allo sport: anche per il gioco del cricket, in cui lo Zimbabwe si distingue da anni a livello internazionale, per Harare sarebbero in vista guai per quel che riguarda la sua partecipazione a competizioni internazionali, soprattutto in territorio inglese. Nella ridda di notizie degli ultimi giorni, rari e di passaggio restano i riferimenti alla crisi umanitaria, il vero dramma dello Zimbabwe: quattro o cinque milioni di persone affamate o che rischiano la fame accanto a una disoccupazione endemica in un contesto economico e finanziario disastroso determinato negli ultimi anni dalle scelte sbagliate del governo e dall’ostruzionismo internazionale non africano.Misna