Approvato all’unanimità dall’aula l’ordine del giorno, presentato dalla commissione regionale speciale Lavoro, presieduta da Eduardo Bruno (Pci), per esprimere piena solidarietà ai dipendenti dell’Electrolux impegnati a difendere il proprio posto di lavoro e per impegnare la Giunta a garantire la copertura dei corsi di formazione necessari per la riqualificazione produttiva dei lavoratori. Nella mozione si chiede, inoltre, di attivare tutti gli strumenti a sostegno dell’impresa acquirente per l’avvio di una nuova attività sulla base di un piano industriale attendibile e per assicurare gli attuali livelli occupazionali e retributivi.Tre aziende che operano rispettivamente nel settore del freddo, delle energie alternative e dell’automotive sarebbero disponibili a presentare progetti di reindustrializzazione con il riassorbimento di tutti o quasi i 450 lavoratori in forza all’Electrolux di Scandicci. Questo sarebbe il risultato di un lungo percorso di incontri tra l’azienda, le istituzioni locali, i rappresentanti del governo nazionale e le organizzazioni sindacali in corso da febbraio. L’assessore al Lavoro Gianfranco Simoncini ha ripercorso, in aula, le tappe principali della vertenza Electrolux che hanno portato i vertici dell’azienda ad aprire una procedura di investigation’ delle diverse opzioni industriali relative alla linea del freddo in Italia che riguarda gli stabilimenti di Scandicci e Susegana. Una situazione difficile e pesante perché investe uno dei siti produttivi più importanti della Toscana, con una dotazione organica di 450 dipendenti. Simoncini ha ricordato la posizione di solidarietà della Regione nei confronti dei lavoratori, di sinergia con le istituzioni locali e con le organizzazioni sindacali e la piena disponibilità a mettere in campo gli strumenti per il mantenimento sul territorio della storica realtà produttiva. La prima procedura di analisi promossa da Electrolux ha detto l’assessore – si era conclusa con la decisione della multinazionale di riorganizzare la produzione del freddo’, chiudendo lo stabilimento di Scandicci, con la perdita di 450 posti di lavoro e concentrando una parte della produzione a Susegana (Treviso) che comunque subisce un ridimensionamento, con il taglio di 300 addetti. In seguito, l’azienda ha avviato un’ulteriore indagine per individuare soggetti industriali interessati al sito produttivo. Dall’incontro romano di oggi dovrebbero emergere gli strumenti di supporto attivabili a sostegno della reindustrializzazione e dell’occupazione dei lavoratori. Da parte della Regione ha ribadito Simoncini – non ci sono preferenze, chiediamo che ci sia un piano industriale credibile, sostegno finanziario e garanzia della tutela dei posti di lavoro. (cs-bb)