Toscana

GIORNATA MONDIALE TURISMO: LA SFIDA DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO

I cambiamenti climatici del pianeta, il “flagello” della deforestazione e il fenomeno del riscaldamento del globo: questi alcuni emblemi del “difficile futuro ecologico” della terra, che “non è questione solo di turismo”. Per la Santa Sede, infatti, “ci troviamo di fronte a una fase precaria e delicata della storia dell’umanità”, cioè a un “bivio” tra il bene e il male. La terra descritta dalla Genesi da “giardino” è infatti diventata un “deserto”, dove “l’acqua ha inghiottito e distrutto ciò che ha trovato sul suo crescente cammino diluviale, mentre si sono costruiti altri ostacoli, le bombe hanno formato crateri, la contemplazione si è trasformata in usurpazione, il dialogo è diventato monologo di onnipotenza, i fratelli hanno schiavizzato i fratelli e i popoli”. La “grande sfida”, si legge allora nel messaggio, consiste “nel superamento di un certo narcisismo insano, nel combattere l’egoismo e nel guardare con lucidità e onestà la terra, che rischia di essere distrutta”. Ciò significa, per la Santa Sede, “assumere le proprie responsabilità a livello individuale e collettivo”: in concreto, “non contribuire ancor più all’aumento del riscaldamento globale”, partendo dalla consapevolezza che “non è giusto che gli esseri umani provochino la fine della terra e dello scorrere delle generazioni per negligenza, o a causa di decisioni egoistiche e di consumismo esasperato”. Sotto accusa, insomma, è l” “egoismo di fronte al futuro”: di qui l’appello a “coltivare l’etica della responsabilità”, che per i turisti comporta la possibilità di “scegliere di essere un turista contro la terra o a sua favore magari andando a piedi, preferendo alberghi e luoghi di accoglienza più a contatto con la natura, portando meno bagaglio, smaltendo in modo adeguato i rifiuti, consumando pasti più ‘ecologici’, preferendo prodotti dell’artigianato locale ad altri dispendiosi e velenosi, servendosi di materiali riciclabili o biodegradabili, rispettando la legislazione locale e valorizzando la cultura del luogo che stiamo visitando”. “Ogni essere umano, e ancor più il cristiano, deve rispondere del pianeta sostenibile, della qualità della nostra terra, che per le prossime generazioni sarà la loro”, si legge nel messaggio, che incoraggia i turisti ad “rispettare e incoraggiare una cultura ‘verde’ rispettosa dell’ambiente, caratterizzata dai valori etici, oltre che morali”. “Quando l’uomo, poi, dimentica di essere un fedele servitore di Dio e della terra, essa si ribella e diventa un deserto che minaccia la sopravvivenza”: di qui la necessità, per “sviluppare una cultura del turismo responsabile”, di “costruire forti legami tra le varie generazioni affinché il futuro sia possibile” e di “sviluppare una austerità gioiosa, scegliendo ciò che non è transitorio né deperibile”.Sir