Le Ong che con le famiglie e con l’Unità di Crisi della Farnesina si stanno adoperando per la liberazione di Jolanda Occhipinti, Giuliano Paganini (di Pistoia) e John Abdirahman, i volontari del Cins rapiti in Somalia 29 giorni fa, sono convinte che sia giusta la via del silenzio dei media e, implicitamente, quello della politica e delle mobilitazioni. Un silenzio chiesto subito dopo il rapimento e rinnovato ora. Abituati negli scorsi anni a sentirci doverosamente protagonisti’ per contribuire con pressioni politiche e mobilitazioni alla liberazione di altri sequestrati dice Sergio Marelli, presidente dell’Associazione Ong italiane – il rispetto di questo silenzio ci crea imbarazzo e ci interroga tutti. Ma la domanda vera diventa ora questa: è giusto, come è stato nel passato trasformare in politica, quindi mobilitando e facendo chiasso, un sequestro la cui gestione richiede invece grande attenzione, discrezione, calma? Si ritiene infatti che ogni parola in più e ogni mobilitazione, almeno questa volta, possa danneggiare anziché favorire il delicato lavoro per la liberazione. Il nostro dovere conclude Marelli è ora quello di rispettare il loro invito: è il modo migliore per sentirci protagonisti’ anche se in modo diverso e forse con più sofferenza che nel passato. Quando tutto sarà concluso, ci sarà tempo per riprendere la riflessione politica avviata da più parti.Sir