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INDIA, RAJASTHAN: APPROVATA LEGGE ANTI-CONVERSIONI; CARD. VITHAYATHIL: UN INSULTO ALLA CULTURA INDIANA

Dopo oltre due anni di dibattito parlamentare, l’Assemblea dello Stato occidentale del Rajasthan ha approvato una nuova legge anti-conversione. Il card. Varkey Vithayathil, arcivescovo di Ernakulam-Angamaly e presidente della Conferenza episcopale indiana, ha dichiarato all’Agenzia AsiaNews che “questo decreto è un insulto alla cultura della nostra nazione. L’India, conosciuta dal mondo come un Paese di tolleranza e pace, attraversa un giorno buio. Questa legge è del tutto inutile, ed è voluta da forze fondamentaliste che, in questo modo, creano soltanto sfiducia ed intolleranza nella nostra società. Questi decreti – sottolinea il porporato – che dicono di voler difendere la libertà religiosa, sono contrari alla nostra Costituzione: essa garantisce la libertà per ogni cittadino di praticare, professare e far conoscere la propria religione”. La legge era stata approvata dal Parlamento statale per la prima volta nel 2006, ma il governatore dello Stato Pratibha Patil non l’aveva firmata, rimandandola alla Camera per una nuova stesura. La scorsa settimana, il controverso testo è stato invece approvato. Esso proibisce le conversioni che avvengono “tramite forza, coercizione o frode” e condanna chi le pratica a cinque anni di galera e 50mila rupie [circa 800 euro] di multa. “Come cristiani – conclude il card. Vithayathil – non possiamo mettere da parte la grandezza dell’annuncio del Vangelo. Come si può impedire al mondo di conoscere la bellezza della vittoria di Cristo sulla morte e sul peccato? Noi non convertiamo nessuno con la coercizione, ma facciamo in modo che tutti conoscano la verità del nostro Salvatore”. Con questa approvazione, sono sei gli Stati indiani che prevedono nel codice penale una legge contro le conversioni: Arunachal Pradesh, Gujarat, Madhya Pradesh, Chhattisgarh, Himachal Pradesh e Rajasthan. (Fonte: Radio Vaticana)