Toscana

ISOLE COMORE, AD ANJOUAN INIZIATA OPERAZIONE MILITARE PER DEPORRE PRESIDENTE «RIBELLE»

L’assenza di linee telefoniche, tagliate nelle scorse settimane, rende impossibile verificare le informazioni sull’operazione militare lanciata questa mattina dall’esercito del governo federale delle Comore e dai caschi verdi dell’Unione Africana sull’isola ‘ribelle’ di Anjouan. Secondo le poche informazioni in circolazione, fornite dal governo delle Comore e da un giornalista al seguito delle truppe, i soldati governativi sono sbarcati questa mattina all’alba sull’isola di Anjouan, sostenuti da circa un migliaio di uomini (tanzaniani e sudanesi) dell’Unione Africana. Per ora non vengono segnalati combattimenti di rilievo, ma solo scambi di tiri di artiglieria, anche pesante, fuori dalla capitale Mutsamadu. Gli scontri, infatti, sarebbero avvenuti soprattutto nella zona di Ouani, la cittadina tre chilometri a nord di Mutsamadu dove si trova il palazzo del presidente di Anjouan, Mohamed Bacar, e l’aeroporto. Fonti governative hanno riferito che lo scalo aereo sarebbe già finito sotto il controllo delle truppe ufficiali, mentre, secondo un giornalista dell’agenzia di stampa francese ‘Afp’ al seguito dei militari, il palazzo presidenziale sarebbe completamente vuoto. Al momento non si ha notizia di vittime. Ieri sulla capitale erano stati lanciati volantini nei quali si invitava la popolazione a restare chiusa in casa. L’operazione militare iniziata oggi – e che fa seguito a una crisi politica interna tra il presidente di Anjouan e quello federale in corso da quasi un anno – è stata appoggiata (anche a livello politico) dall’Unione Africana e dalla Francia, che ha fornito sostegno logistico ai militari. Da registrare il parere contrario espresso nei giorni scorsi dal governo del Sudafrica, che aveva chiesto di risolvere la questione attraverso il negoziato, e dall’ex-presidente delle Comore Azali Assoumani, il quale si era pubblicamente interrogato sull’opportunità di un’operazione militare definita “una guerra fratricida dalle ragioni poco convincenti”.Misna