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KOSOVO: MONS. GJERGJI (AMM. APOSTOLICO): ORA È TEMPO DI PERDONO E RICONCILIAZIONE

La Chiesa cattolica del Kosovo sostiene la creazione dello stato kosovaro ma è prioritario garantire i diritti della minoranza serba. La strada per conseguire questo scopo è il perdono con la riconciliazione. E’ in sintesi quanto ha affermato mons. Dodë Gjergji, amministratore apostolico del Kosovo intervenuto oggi al Parlamento europeo di Strasburgo. Il processo di formazione dello Stato del Kosovo, sostenuto dall’Ue, deve garantire la stabilità e la pace e i diritti delle minoranze, “soprattutto dei serbi” ha dichiarato. “In generale, gli albanesi sono pro-europei e pro-cristiani, perché non vogliono e possono negare i nostri valori comuni, creati nel corso della storia”, ha spiegato mons. Gjergji. Una realtà che “consente una specie di islamismo tradizionale e moderato, che è orientato apertamente e particolarmente verso i valori umani, nonché alla società occidentale”. Il vescovo ha illustrato il ruolo della Chiesa cattolica nel dialogo ecumenico. “Ricerchiamo il dialogo ecumenico con la Chiesa serbo-ortodossa, poiché siamo entrambi Chiese cristiane. In passato abbiamo registrato buoni successi. Ma dopo la guerra del 1999 non siamo più riusciti a mantenere questo livello di comunicazione, poiché la Chiesa serbo-ortodossa è oggi ancora connotata politicamente”, ha osservato. Mons. Gjergji ha poi delineato il ruolo della Chiesa cattolica in Kosovo: “costruire un ponte tra due realtà, l’islamismo degli albanesi e i cristiani per lo più serbo-ortodossi. Ci sforziamo di dare il miglior contributo possibile, per creare buone condizioni per un dialogo, consentendo a tal fine una convivenza pacifica per tutti coloro che vivono in Kosovo”. “Solo con un dialogo tra Chiese, religioni ed etnie, è possibile creare e mantenere il mosaico di gruppi di popoli, religioni, diverse lingue e tradizioni in Kosovo e nell’intera regione”, ha ribadito.”Il nostro parere sul futuro del Kosovo è immutato. Ribadiamo che il perdono e la riconciliazione sono l’unica via da seguire. La volontà della maggioranza deve essere rispettata. E questa volontà deve essere sostenuta da tutti i fattori interni ed esterni, affinché sia possibile garantire la pace in questa regione dell’Europa. Continuiamo inoltre ad adoperarci affinché l’energia dei singoli e l’energia collettiva della maggioranza siano giustificate dal diritto naturale dell’autodeterminazione solo nella misura in cui tali energie vengano impiegate per garantire la responsabilità per la sicurezza delle minoranze, siano esse nazionali o religiose. Sicurezza costante ed equiparazione in virtù del diritto e della pace”, ha concluso.Sir