Toscana

IL KOSOVO HA PROCLAMATO L’INDIPENDENZA, LA PROTESTA DI BELGRADO

Il Kosovo è da questo momento “uno Stato indipendente, sovrano e democratico”. Lo ha dichiarato oggi pomeriggio il presidente del parlamento di Pristina Jakup Krasniqi di fronte all’assemblea che ha accolto con una acclamazione in piedi la proposta di dichiarazione unilaterale di indipendenza dalla Serbia, letta in aula dal primo ministro Hashim Thaci. Il presidente serbo Boris Tadic ha detto che il suo Paese non riconoscerà mai l’indipendenza del Kosovo. Da parte sua il primo ministro serbo Vojislav Kostunica ha duramente condannato la proclamazione unilaterale d’indipendenza del Kosovo, definendolo ”un falso Stato”, e accusando gli Stati Uniti per il loro appoggio agli indipendentisti e la loro disponibilita’ a ”violare l’ordinamento internazionale per i loro interessi militari”. Intanto Abkhazia e Ossezia del sud, le due repubbliche autonome della Georgia che da tempo si dichiarano unilateralmente indipendenti da Tbilisi, hanno annunciato che dopo il caso del Kosovo chiederanno il riconoscimento ufficiale della loro sovranità al Consiglio federale (senato) della Federazione russa e al Consiglio di sicurezza dell’Onu.”La dichiarazione unilaterale di indipendenza kosovara – che poggia sulla base delle raccomandazioni contenute nel piano del mediatore delle Nazioni Unite, Martti Ahtisari – crea una situazione nuova, che naturalmente verrà seguita con grande attenzione dalla Santa Sede, la quale dovrà anche valutare le eventuali richieste che le possano giungere in merito”. Lo ha dichiarato a Radio Vaticana il direttore P. Lombardi, che è anche portavoce vaticano. ”In questo momento – ha proseguito – la Santa Sede sente anzitutto la responsabilità della sua missione morale e spirituale, che riguarda anche la pace e il buon ordine nei rapporti fra le nazioni, e quindi invita tutti, in particolare i responsabili politici della Serbia e del Kosovo, alla prudenza e alla moderazione, e chiede un impegno deciso e fattivo per scongiurare reazioni estremiste e derive violente, in modo che si creino fin d’ora le premesse per un futuro di rispetto, di riconciliazione e di collaborazione. Inoltre occorrerà dedicare particolare attenzione alla salvaguardia della democrazia e dello stato di diritto, e anche in Kosovo andranno applicati gli standard internazionali di rispetto dei diritti delle minoranze e di tutti gli abitanti, senza distinzioni di etnia, di religione, di lingua o nazionalità, come pure bisognerà vigilare per la protezione del prezioso patrimonio artistico-culturale cristiano. La stabilità nella regione andrà promossa con ogni impegno, e perciò è da auspicare anche l’importantissimo contributo della Comunità internazionale.Per parte sua il Santo Padre continua a guardare con affetto le popolazioni della Serbia e del Kosovo, è loro vicino e assicura loro le sue preghiere in questo momento cruciale della loro storia”. (Fonte: Radio Vaticana)