Toscana

EGITTO, SENTENZA STORICA PER LIBERTÀ DI RELIGIONE

Con una sentenza definita “storica”, dodici cittadini di religione cristiana copta, già convertiti all’islam e infine tornati alla fede di origine, potranno vedere quest’ultima nuovamente riportata nei loro documenti. Lo ha deciso nei giorni scorsi l’Alto tribunale amministrativo del Cairo, in un’udienza in appello. “È un verdetto storico, una vittoria della libertà religiosa in Egitto, l’applicazione dell’articolo 46 della costituzione che garantisce la libertà di fede a tutti i cittadini” ha detto uno degli avvocati dei querelanti. In Egitto è obbligatorio che la carta d’identità specifichi la religione di appartenenza; in base alla sentenza dei giudici sui documenti sarà aggiunto che i cittadini in questione avevano “temporaneamente aderito” all’islam. Questo dettaglio ha sollevato tra gli interessati il timore che ciò li possa esporre all’accusa di apostasia che in Egitto è punibile con la morte, in base alla legge islamica (sharia). Ma i giudici hanno spiegato che nei documenti vanno precisati tutti i dati reali e che questo ritorno alla fede di origine non può essere considerata apostasia. Tra le persone che avevano fatto ricorso c’erano anche giovani i cui genitori, o solo il padre, convertitisi all’islam avevano poi fatto cambiare sui documenti la fede di appartenenza di figli e mogli. La sentenza rappresenta una precedente giuridico che permetterà ad altri 460 cittadini copti in situazione simile di fare ricorso. La comunità cristiana copta rappresenta il 6-10% dei 76 milioni di egiziani.Misna