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VERTICE AFRO-EUROPEO: «NUOVA PAGINA» NELLE RELAZIONI TRA I DUE CONTINENTI?

Il secondo vertice Afro-europeo concluso oggi a Lisbona ha “realmente consentito di voltare pagina nella storia” delle relazioni tra i due continenti: lo ha detto, nella cerimonia di chiusura dell’incontro, che da venerdì sera ha riunito nella capitale portoghese una settantina di capi di stato e di governo, il primo ministro portoghese e presidente di turno dell’Unione Europea (UE), José Socrates, sottolineando anche l’adozione di un documento per l’avvio di un nuovo “partenariato strategico” tra i 27 paesi europei e i 53 africani. “È vero che la storia dei nostri continenti è una storia con alcune ferite, ma la nuova pagina che abbiamo aperto è ancora tutta da scrivere” ha ribadito Socrates. Anche il presidente di turno dell’Unione Africana, il ghanese John Kufuor, ha definito il vertice di Lisbona “un avvenimento storico nelle relazioni tra Europa e Africa”, sottolineando che la sfida per le due parti consisterà ora nel mettere in opera seriamente il piano d’azione su cui si sono accordati. La “strategia” contenuta nella Dichiarazione di Lisbona si suddivide in otto “partenariati” prioritari da avviare entro il 2010: “pace e sicurezza”, “buon governo, democrazia e diritti umani”, “commercio e integrazione regionale”, “Obiettivi del Millennio per lo sviluppo”, “energia”, “riscaldamento climatico”, “migrazioni, mobilità e impiego” e “scienze, società dell’informazione e spazio”. I capi di stato hanno approvato un “piano d’azione” che prevede, in ognuno dei settori prima elencati, progetti da realizzare a breve termine (2008-2010) e un meccanismo di controllo dell’applicazione e di accompagnamento del piano. Questa strategia, si legge ancora nella dichiarazione finale, “dovrà essere seguita nel rispetto dell’unità africana, dell’interdipendenza di Africa ed Europa e di responsabilità congiunta”. Il nuovo desiderio di stabilire un “partenariato tra eguali”, come è stato più volte definito nel vertice, è stata in parte messa in ombra dalle divergenze che hanno caratterizzato il vertice. Oltre alle polemiche legate ‘caso Zimbabwe’, tanto caro soprattutto ad alcuni mezzi d’informazione, Africa ed Europa sono sembrati molto distanti sulla questione degli Accordi di partenariato economici (Ape/Epa) da firmare entro la fine dell’anno. I paesi africani hanno ribadito, con il presidente senegalese Abdoulaye Wade come capofila, la loro contrarietà agli accordi di libero commercio che penalizzerebbero eccessivamente, nella loro versione attuale, le economie in fase di sviluppo dell’Africa. Dopo aver definito “difficili” i negoziati sugli Epa, il capo della Commissione Europea, José Manuel Barroso, ha annunciato che le trattative proseguiranno anche il prossimo anno. “Il nostro obiettivo è sempre stato, e continua ad essere, quello di concludere gli Epa per rinforzare l’integrazione regionale e garantire uno sviluppo genuino ai paesi africani. Chiaro che stiamo parlando di un cambiamento e come tutti i cambiamenti richiede tempo” ha aggiunto Barroso. Dello stesso parere anche il presidente del Consiglio italiano, Romano Prodi, il quale ha ammesso che i negoziati “non sono facili”. Secondo Prodi, le cui parole sono state riportate dall’agenzia di stampa portoghese Lusa che ha seguito attentamente l’intero vertice, molti paesi africani sono spaventati dalla prospettiva di perdere rapidamente competitività con l’entrata in vigore dei nuovi accordi, e per questo l’Europa dovrebbe “dare garanzie” maggiori ai partner africani. Più vicine invece le posizioni delle due delegazioni sui problemi dell’immigrazione.Misna