Toscana

FESTA TOSCANA: GONFALONE D’ARGENTO A 4 GIOVANI IMPRENDITORI

Richiamare e valorizzare l’esempio di chi ha già raggiunto punte di eccellenza nei campi dell’industria, della scienza, del management”, senza dimenticare la solidarietà. Questi gli obiettivi del conferimento del Gonfalone d’argento, la massima onorificenza del Consiglio regionale toscano, a 4 giovani imprenditori: Lucia Aleotti, Andrea Ceccherini, Matteo Colaninno e Giulia Ligresti. La cerimonia, presieduta dal presidente dell’Assemblea toscana Riccardo Nencini, si è svolta nel Cenacolo di Santa Croce, nell’ambito della Festa della Toscana quest’anno dedicata proprio a ‘Giovani talenti, magnifiche eccellenze’. Nella prolusione alla cerimonia, dopo il saluto della presidente dell’Opera di Santa Croce, Stefania Fuscagni, il direttore della Scuola Normale di Pisa Salvatore Settis, ha evidenziato le difficoltà ad emergere dei giovani in una società, dove “nel 1968 la meritocrazia è stata condannata, e ancora oggi ne paghiamo le conseguenze”. L’esempio è la cosiddetta “fuga dei cervelli” perché, invece di dire no “al privilegio di classe”, abbiamo continuato a relegarla all’ultimo posto “quando, invece, il merito è egualitario”, ha aggiunto Settis. Eppure dalle Università italiane continuano ad uscire preparatissimi ricercatori: “all’ultimo concorso nazionale in Francia, mentre noi continuiamo a non farne, il 31% dei vincitori sono risultati italiani – ha aggiunto -, giovani che abbiamo formato e poi regalato ad un altro Paese”. Nel suo saluto il presidente Nencini, ricordando le parole del Vasari, si è soffermato anche sul valore della “passione civile” che deve essere “prestato alla vita della tua città che è il bene comune”. Nell’assegnare i Gonfaloni d’argento ai quattro giovani imprenditori, tutti nati o impegnati in aziende toscane, il Consiglio regionale ha voluto sottolineare come l’esempio di Lucia Aleotti, Andrea Ceccherini, Matteo Colaninno e Giulia Ligresti, può essere una spinta per altri giovani di talento. Certo, come ha ricordato Colaninno (premiato dal segretario questore del Consiglio Bruna Giovannini), che ha condiviso il premio con tutti i giovani imprenditori che lui guida in Confindustria,”ci vuole anche fortuna”. Ma in Italia, ha aggiunto il vicepresidente di Piaggio, “bisogna sostituire la parola eguaglianza a egualitarismo”. Un concetto che aveva espresso anche la vicepresidente del Gruppo Farmaceutico Menarini, Lucia Aleotti, (premiata dal segretario dell’Ufficio di presidenza Giuseppe Del Carlo). In una società globalizzata “cerchiamo merito e talenti là dove ci sono”, ha detto Aleotti parlando dell’azienda di famiglia. Da qui l’appello al sistema Italia, “a diventare sempre più premiante”. Andrea Ceccherini, presidente dell’Osservatorio ‘Giovani-Editori’, premiato dal vicepresidente del Consiglio Angelo Pollina, ha voluto dedicare il Gonfalone d’argento, a tutti quei giovani “che credono nel futuro perché il domani è solo di chi lo sa immaginare”. Il compito di essere “esempio” per altri giovani è l’importante “responsabilità” sottolineata da Giulia Ligresti, presidente di Premafin, la finanziaria che controlla, tra l’altro, il Gruppo assicurativo Fondiaria-Sai, alla quale il presidente Riccardo Nencini ha consegnato il Gonfalone. “Questo riconoscimento non guarda solo quanto abbiamo realizzato – ha detto Ligresti -, ma è un forte stimolo a fare della creatività e dell’innovazione un continuo percorso di ricerca, per lo sviluppo non solo delle imprese ma di tutta la società civile”. “Riconoscere il talento, premiare il merito, valorizzare le potenzialità dei giovani: solo così si può crescere, ed è per questo che proprio ai giovani, in occasione della Festa della Toscana, dedicheremo nuove iniziative legislative”, ha annunciato in chiusura il presidente Nencini. “Venerdì, d’accordo col presidente della Regione Claudio Martini, annunceremo le nostre proposte”, ha proseguito Nencini soffermandosi sul luogo dove si è tenuta la manifestazione. Il Cenacolo di Santa Croce era il luogo “più amato da Dante”. Ma, ancora prima di Dante, intorno all’anno Mille, “la Toscana era già nota – ha concluso – perché dava l’opportunità di studiare a tutti i bambini e le bambine, non solo a chi era avviato alla carriera ecclesiastica: un merito che ci dovremmo ricordare”.(ANSA).