Toscana

AFGHANISTAN, DI VIAREGGIO UNO DEI MILITARI FERITI; IL CORDOGLIO DEL CONSIGLIO REGIONALE PER IL MILITARE UCCISO

Il capitano Stefano Ferrari del 2/o Reggimento Pontieri di Piacenza, uno dei tre militari italiani rimasti feriti nell’esplosione che ha causato la morte del maresciallo capo Daniele Paladini, oltre che di nove afgani (tra i quali 4 bambini) è nato a La Spezia ma risiede a Viareggio (Lucca). Lo si è appreso al Comando del reparto militare. Il capitano Stefano Ferrari ha 31 anni, è celibe, e vive nel centro storico di Viareggio. Nella casa al quartiere ex campo di aviazione a Viareggio, a pochi metri da quella dell’ex ct della Nazionale Marcello Lippi, vivono la mamma Lorenza, la sorella Francesca, la nonna Triestina e la zia Maria Milda. Sono tutti in attesa di abbracciare il loro ragazzo che dovrebbe rientrare a breve. L’amministrazione comunale ha espresso la sua vicinanza alla famiglia e, nel pomeriggio, l’assessore Franco Pulzone si recherà a casa del militare per fare visita ai congiunti. “Ho parlato con mio figlio e mi ha tranquillizzato; è rimasto ferito all’anca e dietro ad un orecchio, ma nel complesso sta abbastanza bene”, ha raccontato ai cronisti Fiorenzo Ferrari, il padre di Lorenzo. “Mio figlio – ha proseguito il genitore, ora in pensione ma con un passato di pilota militare della 46/a brigata aerea che ha sede a Pisa – è voluto andare in missione per seguire i suoi colleghi visto che lui è il loro comandante. Era entusiasta di partire anche perché avevano il compito di realizzare un’opera che avrebbe aiutato tutta la popolazione locale”. Il padre del militare ferito ha raccontato che il figlio era partito quattro mesi fa per la missione e che sarebbe dovuto rientrare in Italia fra circa un mese. Per lui si è trattato della prima esperienza di questo genere. “Nei pochi minuti in cui ho potuto parlare con lui – ha aggiunto Fiorenzo Ferrari – mi ha detto di stare tranquillo anche se era ancora sotto choc per quello che ha vissuto, sia lui che i suoi compagni del Secondo Reggimento Pontieri di Piacenza”.

L’esplosione, riferiscono allo Stato Maggiore della Difesa, è avvenuta alle 9:52 locali, le 6:22 in Italia. L’attentatore suicida si è fatto esplodere nella Valle di Pagman, una località ad una ventina di chilometri a nord-ovest da Kabul, mentre era in corso l’inaugurazione di un ponte da parte dei militari del contingente italiano.  L’attentatore suicida sarebbe stato visto salire dal greto di un fiume verso la zona dove i militari italiani stavano inaugurando un ponte insieme alle autorità e alla popolazione locale. Sono stati gli stessi militari italiani che fornivano la cornice di sicurezza ad individuarlo e a bloccarlo: la loro immediata reazione ha impedito che l’uomo si facesse esplodere nel mezzo della folla, rendendo ancora più pesante il bilancio dell’attentato. Cordoglio in consiglio regionale per le vittime dell’attentato in Afghanistan. La cerimonia per il conferimento del premio ‘Giulio Preti’ in Consiglio regionale della Toscana si è aperta con un minuto di silenzio. Lo ha chiesto ai presenti il vicepresidente dell’Assemblea toscana Angelo Pollina (Forza Italia). Profondo cordoglio per la morte del militare italiano è stato espresso dal presidente del Consiglio regionale della Toscana Riccardo Nencini. “Siamo vicini alla famiglia di Daniele Paladini – ha dichiarato Nencini – che ha perso la vita nel corso di una missione per aiutare l’Afghanistan a ritrovare la via della pace e della conciliazione. Proprio il fatto che l’attacco sia avvenuto in occasione dell’inaugurazione di un ponte è emblematico dell’intenzione di coloro che non vogliono che il Paese asiatico ritrovi stabilità e rapporti democratici fra tutte le parti, colpendo chi cerca di aiutare la popolazione, così come dell’impegno del nostro contingente nel portare aiuto per migliorare le condizioni di vita della gente”. Nencini ha rivolto un pensiero particolare anche alle vittime civili dell’attentato, fra cui tanti bambini, ribadendo la necessità di intensificare gli sforzi da parte anche delle istituzioni regionali in favore di tutti coloro che cercano di porre fine ai conflitti, pagando un alto prezzo di sangue. (Fonte: Ansa)