Toscana

ONU, APPROVATA IN COMMISSIONE RISOLUZIONE PER MORATORIA PENA DI MORTE

E’ stata approvata nella III Commissione dell’Assemblea Generale, con 99 voti a favore (52 contrari e 33 astensioni) la risoluzione sulla moratoria dell’esecuzione della pena di morte. il testo concordato da 87 sponsor ha raccolto quindi altri 12 voti al termine di un dibattito emozionante e teso, ricco di colpi di scena. La risoluzione, come tutti i documenti dell’Assemblea Generale, non avrà valore vincolante ma forte peso morale. Dopo il sì della Commissione, il voto definitivo dell’Assemblea è previsto per metà dicembre. Nel testo si afferma tra l’altro “che l’uso della pena di morte mina la dignità umana”, “che una moratoria sulla pena di morte contribuisca al miglioramento e al progressivo sviluppo dei diritti umani”, “che non esiste alcuna prova decisiva che dimostri il valore deterrente della pena di morte” e “che qualunque fallimento o errore giudiziario nell’applicazione della pena di morte è irreversibile e irreparabile”. Per questo il documento invita gli Stati a “rispettare gli standard internazionali che prevedono le garanzie che consentono la protezione dei diritti di chi è condannato a morte”, a ” limitarne progressivamente l’uso e ridurre il numero dei reati per i quali la pena di morte può essere comminata”, a “stabilire una moratoria delle esecuzioni in vista dall’abolizione della pena di morte”. “E’ un grande successo dell’Italia” ha detto il sottosegretario agli esteri Gianni Vernetti, dopo il voto. “La risoluzione approvata dalla terza commissione – ha aggiunto – rappresenta una formidabile arma di dissuasione politica e morale”. Per l’ambasciatore italiano all’Onu, Marcello Spatafora: “In questi anni all’Onu abbiamo vinto tutte le battaglie. Non ne abbiamo perso neppura una. Ma quella vinta oggi è quella di cui tutti noi dobbiamo essere più orgogliosi”. Mario Marazziti, portavoce della Comunità di Sant’Egidio e coordinatore della Campagna Mondiale per una Moratoria Universale della pena capitale, in un testo distribuito prima del voto, affermava tra l’altro: “L’approvazione della Risoluzione per una Moratoria Universale della pena capitale. . . segna una tappa decisiva per l’affermazione di una giustizia capace di rispettare sempre la vita, una giustizia senza morte. […] E’ un contributo decisivo per accelerare un processo che ha già visto dagli anni 90 oltre 50 paesi rinunciare all’uso della pena di morte e il suo uso restringersi in molti paesi retenzionisti, per un accresciuto rispetto della vita umana e per i crescenti dubbi sulla sua efficacia e correttezza nell’applicazione, anche nei sistemi giudiziari più evoluti. E’ una vittoria del mondo e della vita, una vittoria della difesa della dignità e dei diritti umani. La Comunità di Sant’Egidio ha lavorato intensamente per questo risultato, da anni, assieme ad altri protagonisti storici della Campagna mondiale, raccolti o a fianco della Coalizione Mondiale Contro la Pena di Morte (Wcadp). E’ la conferma di un più alto standard di rispetto della vita umana e di rispetto di una cultura della vita che si fa strada sul pianeta. E’ stata una strada difficile, contrastata da chi ha cercato di far passare questa decisione storica come un’ingerenza in affari interni dei singoli paesi e come una visione “europea” dei diritti umani. I cinque milioni di firme raccolti in 153 paesi dalla Comunità di Sant’Egidio, la creazione di un fronte mondiale interreligioso e interculturale mondiale. . . hanno testimoniato il carattere universale del testo della Risoluzione e il cambiato sentire di gran parte del pianeta.[…] Lo stato e la società civile non può mai scendere al livello di chi uccide. Una giustizia capace di essere sempre dalla parte della vita è la via per riconciliare interi paesi e popoli dopo sanguinose guerre e atroci sofferenze, come mostra la scelta coraggiosa contro la pena capitale di paesi come Ruanda, Burundi, Cambogia, che hanno vissuto un terribile genocidio, come indica il Sudafrica che è uscito dall’apartheid senza pena di morte e indicando la strada di una giustizia senza vendetta. Un grande riconoscimento ai paesi che hanno generosamente lavorato, nei cinque continenti, per la Risoluzione, ai governi italiano e alla presidenza dell’Unione Europea, a Messico, Brasile, Filippine, Timor Est, Croazia, Nuova Zelanda, Albania, Gabon e quanti negli ultimi mesi o da anni hanno lavorato ad avvicinare paesi, culture e mondi: Europa e Africa, Americhe, Asia e Oceania. L’approvazione della Risoluzione rappresenta la vittoria della sinergia tra culture diverse, tra governi e organizzazioni non governative. Una vittoria che, per questo, non umilia nessuno, ma segna la strada per un mondo capace di cercare anche vie più efficaci per una pace senza guerra e senza più necessità di guerra.”