Toscana

PAKISTAN, DOPO STATO D’EMERGENZA, ARRESTI E TENSIONI NELLE PRINCIPALI CITTÀ

Sarebbero almeno 1500 gli attivisti dell’opposizione, i giornalisti, gli avvocati e i magistrati arrestati nelle ultime 48 ore dalle forze di sicurezza del Pakistan dopo l’instaurazione nel paese dello stato d’emergenza. Lo scrive stamani la stampa locale, precisando che polizia ed esercito hanno compiuto arresti, sulla base di violazioni dell’articolo 3 della legge di pubblica sicurezza, in tutte le principali città del Paese: da Islamabad a Karachi, passando per Rawalpindi, Lahore e Peshawar. Tra i fermati figurano esponenti dell’opposizione politica, delle associazioni dei magistrati e degli avvocati, giornalisti e attivisti dei diritti umani. La situazione nelle principali città pachistane resta molto tesa a causa della massiccia presenza di militari per le strade. Posti di blocco sono stati allestiti lungo le principali strade di Islamabad e Rwalpindi, mentre cordoni di filo spinato isolano le zone più calde dei centri urbani. “Gli abitanti delle due città si trovano in una situazione di incertezza e le scuole stamani erano quasi deserte” scrive il quotidiano ‘The News’ in un aggiornamento pubblicato sul suo sito internet. Nonostante la stretta ordinata dal governo, avvocati e magistrati (molti dei quali si trovano agli arresti domiciliari) hanno fatto sapere che proseguiranno le loro proteste contro lo Stato d’emergenza. Intanto il primo ministro Shaukat Aziz ha detto alla stampa che non è ancora stato deciso per quanto resteranno in vigore le misure eccezionali instaurate sabato e che le elezioni politiche nel paese potranno essere rinviate. Fonti locali ben informate riferiscono comunque che la stessa maggioranza governativa è fortemente divisa sulla possibilità di rinviare il voto.Misna