Toscana

MYANMAR, INVIATO DELL’ONU CERCA «COLLABORAZIONE DI TUTTI» PER RISOLVERE CRISI

“L’Onu si è impegnata a fare qualunque cosa in suo potere per promuovere una soluzione pacifica della crisi e aiutare il Myanmar ad affrontare le questioni politiche ed economiche all’origine delle recenti proteste”: lo ha detto Ibrahim Gambari, l’inviato delle Nazioni Uniti per il Myanmar, al termine dell’incontro con il ministro degli Esteri thailandese Nitya Pibulsonggram. Gambari è a Bangkok per il primo di una serie di incontri che lo porterà anche in Malesia, Indonesia, India, Cina e Giappone perché, come lui stesso ha spiegato, è possibile “un cambiamento dell’attitudine del regime e pensiamo che tutti coloro che possono avere un’influenza in questo processo devono essere coinvolti”. Dopo le proteste di migliaia di monaci a Yangon e i successivi scontri con l’esercito, Gambari si era recato in Myanmar alla fine di settembre incontrando i vertici della giunta militare al potere dal 1962 e ottenendo la nomina di un incaricato delle relazioni con il capo dell’opposizione, il premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi. “La mia speranza – ha aggiunto – è di tornare in Myanmar subito dopo la conclusione di questo giro di consultazioni. Ho già un invito per metà novembre, spero però di poterlo anticipare”. L’inviato dell’Onu ha anche fatto appello al governo del Myanmar “perché rilasci tutti i prigionieri politici, compresi quelli arrestati durante le manifestazioni” di settembre. Intanto, la stampa di Yangon ha oggi denunciato ingerenze esterne nel paese: “Il Myanmar – si legge in un articolo del quotidiano “Luce nuova” – è situato in una zona geograficamente strategica e sarebbe importante per i governi occidentali farne un loro bastione. E’ per questa ragione che stanno cercando di creare un governo a loro favorevole”.Misna