Toscana

PADRE BOSSI IN ITALIA, APPUNTAMENTI ISTITUZIONALI PRIMA DI UN PERIODO DI RIPOSO

“Io sto benissimo!” dice alla MISNA con voce stentorea padre Giancarlo Bossi, dalla Casa generalizia del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime) a Roma,. Rientrato ieri in Italia il missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime) rapito nel sud delle Filippine il 10 giugno scorso e liberato il 19 luglio dopo 39 giorni di prigionia, è stato ricevuto oggi al Ministero degli Esteri, dall’Unità di crisi, che ha seguito da vicino i suoi 39 giorni di rapimento nelle Filippine. Padre Giancarlo mostra la solita vitalità e schiettezza che tutti gli riconoscono: “Non mi sono mai sentito in pericolo di vita, nemmeno per un minuto. Mi sono sempre sentito rispettato ed io ho rispettato le persone che avevo davanti. Certo non è stato facile … per le prime due settimane non arrivavano i rifornimenti e siamo andati avanti tutti a riso e sale! Forse loro erano più abituati di me a questo regime, ma prova tu a mangiare solo riso per quindici giorni!” Gli chiedo una veloce ricostruzione degli avvenimenti e lui ripete con pazienza quello che certamente ha detto più volte e a persone diverse in questi giorni: “Erano le nove del mattino, mi aspettavano a circa un chilometro da Payao, dopo l’ospedale; mi hanno fatto salire in barca e subito ci siamo mossi verso Karimatan, che è da tutt’altra parte della baia. Abbiamo viaggiato per tutta la giornata fin verso le 11 di sera. Il motivo? Non parlate di conflitto di civiltà o motivi religiosi, l’unico motivo erano semplicemente i soldi! Io sono straniero ed europeo, dunque dietro di me c’è qualcuno che paga. Questo è il motivo principale, tutti gli altri vanno eliminati!” E alla sua gente di Payao, quando è tornato – gli chiedo – cosa ha voluto dire? “A Payao ho cercato proprio di sottolineare quello che ho appena detto: non è un problema di religione ma un problema di soldi. Se uno fa un’azione criminale, la religione non c’entra, è lui che è colpevole non la sua religione! D’altra parte conto di rientrare proprio a Payao. Aspetto la risposta del nuovo vescovo, ma già il vescovo di Zamboanga mi ha assicurato che, se fosse dipeso da lui, mi avrebbe rimandato proprio là. L’ho detto anche alla dottoressa Belloni dell’Unità di crisi: voi direte che sono matto, ma voglio proprio tornare là, cercate di capirmi, non siamo là solo per noi stessi!” Cosa farà nelle prossime settimane, in attesa di presenziare all’Agorà, il grande convegno dei giovani con il Papa, a Loreto, l’1 e il 2 settembre, neppure lui lo sa e certamente non vuole rivelarlo: “Ho davvero bisogno di un po’ di riposo e domani vado dove mi portano i miei famigliari, non so neppure io dove”. Il missionario passerà poi i prossimi giorni con i propri familiari in attesa di partecipare, il prossimo 1 e 2 settembre, all’Agorà dei Giovani che si terrà a Loreto (Ancona) e al quale parteciperà anche il Papa. “Fisicamente ha bisogno di recuperare. Ha perso 20 chili e ha alcuni valori da correggere, per questo nei giorni che precederanno l’appuntamento di Loreto dovrà solo riposarsi e rimettersi” ha detto alla MISNA padre Gian Battista Zanchi, il superiore generale del Pime che lo ha accompagnato sul volo che ieri da Manila lo ha riportato a Roma.

Fonte: Misna