Toscana
PAKISTAN, CRISTIANO SI LICENZIA PER MALTRATTAMENTI SUL POSTO DI LAVORO E VIENE UCCISO
In Pakistan, sono due gli arresti effettuati dalla polizia in merito all’omicidio di un cristiano, avvenuto lo scorso 30 luglio a Rani Ke Minar, nel Punjab. Entrambi i detenuti sono musulmani. Lo riferisce ad AsiaNews Aneeka Maria, legale della famiglia della vittima. Sadiq Masih, 45 anni, è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco da alcuni possidenti terrieri della zona racconta l’avvocato l’autopsia condotta sul suo corpo lo conferma. Aneeka Maria lavora per il Centre for Legal Aid, Assistance and Settlement di Lahore (CLAAS); il giorno dopo l’assassinio si è recata al villaggio, dove Masih e la sua famiglia hanno lavorato per 10 anni sotto un padrone che li maltrattava a causa della loro fede. Così, un anno fa, hanno deciso di licenziarsi; ma le angherie sono continuate e il proprietario terriero, di nome Chaudhri, ha trascinato ingiustamente i due figli di Masih in un caso di omicidio, architettato dagli stessi signorotti locali. Al momento, i due ragazzi sono ancora in prigione. Al fermo rifiuto di Masih di tornare a lavorare le terre, la famiglia Chaudhri ha risposto con minacce di morte, che il cristiano non ha mai preso sul serio. Ma il 30 luglio scorso nel tardo pomeriggio, i Chaudhri si sono recati a casa sua e hanno aperto il fuoco contro di lui. Nell’aggressione è rimasto ferito gravemente anche il figlio maggiore di Sadiq Masih, ricoverato ora all’ospedale Mayo di Lahore in condizioni critiche. La vita del ragazzo, però, è ancora in pericolo: i Chaudhri vogliono ucciderlo, perché ha sporto denuncia contro di loro ed è il testimone dell’assassinio del padre. Ma nel mirino di questi crudeli proprietari vi è tutto il villaggio: i Chaudhri hanno minacciato di uccidere tutti coloro che aiuteranno la famiglia Masih a organizzare il funerale. Il CLAAS ha così provveduto in questi ultimi giorni a garantire la sicurezza degli abitanti di Rani Ke Minar. (Fonte: Radio Vaticana)