Toscana

STRUTTURE VETERINARIE,NUOVE REGOLE IN ARRIVO TOSCANA

Garantire una maggiore qualità delle strutture veterinarie pubbliche e private, assicurando ai cittadini proprietari di animali più trasparenza nelle prestazioni erogate in relazione alla categoria di appartenenza. Sono gli obiettivi della proposta di legge regionale “Disciplina delle strutture veterinarie pubbliche e private”, di cui è stato approvato dalla Giunta regionale il documento preliminare. La proposta di legge sarà ora trasmessa alla IV commissione e poi discussa dal Consiglio regionale. Sono circa 650, ricorda una nota della Regione, le strutture veterinarie interessate dal provvedimento. Si ricorda anche che attualmente in Toscana sono circa 357mila i cani censiti, mentre si stima che i gatti (per i quali, diversamente dai cani, non è disponibile un’anagrafe felina) raggiungano le 500mila unità. La proposta di legge, che vuole adeguare il quadro normativo regionale ai principi definiti dall’accordo Stato-Regioni del 26 novembre 2003, fissa in particolare i requisiti minimi strutturali, impiantistici, tecnologici e organizzativi che gli studi, gli ambulatori, le cliniche, gli ospedali veterinari e i laboratori di analisi devono rispettare. Studi e ambulatori, ad esempio, dovranno possedere almeno una sala d’attesa, un’area per adempimenti amministrativi, una sala per l’esecuzione delle prestazioni, oltre a locali o armadi per il deposito di materiale d’uso, di farmaci e attrezzature, e dovranno garantire un’adeguata illuminazione e aerazione dei locali. Nel caso delle strutture, quali cliniche e ospedali veterinari, che prevedono locali destinati alla degenza, questi ultimi dovranno essere realizzati nel rispetto delle norme vigenti sul benessere degli animali. Si stabilisce poi che debbano essere istituiti presso le aziende Usl gli elenchi delle strutture veterinarie abilitate, consentendo così la creazione di un elenco regionale. Vengono inoltre fissate nuove regole che disciplinano l’esercizio di attività commerciali, artigianali o di allevamento all’interno o nelle vicinanze delle strutture veterinarie: in particolare la cessione di beni accessori funzionali al completamento della prestazione professionale sanitaria (cosiddetti pet corner), come articoli parafarmaceutici, diete alimentari e altre attrezzature, viene consentita a patto che sia effettuata esclusivamente dal medico veterinario nei riguardi dell’animale in cura. E’ vietato inoltre lo svolgimento di attività diverse da quella sanitaria, ad eccezione di quella di toilette. Infine, la proposta prevede una semplificazione del procedimento per ottenere l’autorizzazione all’apertura delle strutture e alla pubblicità della professione sanitaria e delle strutture stesse. Per l’apertura della struttura veterinaria sarà necessario presentare una dichiarazione di inizio attività allo sportello unico per le attività produttive del Comune competente: quest’ultimo, a conclusione del procedimento amministrativo, comunicherà l’apertura della struttura all’Ordine professionale provinciale e all’azienda Usl competente per l’iscrizione nell’elenco; per poter fare pubblicità invece non occorrerà più avere il nulla osta dell’Ordine di appartenenza, ma sarà sufficiente un’autorizzazione rilasciata dal sindaco competente. (ANSA).